Zenzero: tutte le proprietà benefiche di una spezia miracolosa
Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta erbacea nativa dell’Estremo Oriente. Ha un rizoma carnoso e ramificato che contiene i principi attivi: olio essenziale, gingeroli, shogaoli (i responsabili del sapore pungente), resine e mucillagini. Gli shogaoli derivano dalla disidratazione dei gingeroli, motivo per cui nella radice fresca si trovano in basse quantità e sono maggiormente presenti nella radice essiccata. Si utilizza sia in cucina, per aromatizzare i piatti, sia come rimedio naturale contro diversi disturbi.
Proprietà dello zenzero
Lo zenzero è largamente impiegato nel trattamento e nella prevenzione della nausea e del vomito, soprattutto se associati al malessere da movimento. È utile anche in caso di cattiva digestione. Queste capacità sembrano essere legate alla presenza di gingeroli e shogaoli, che aumentano la produzione di saliva, bile e succhi gastrici, bloccano le contrazioni gastriche e favoriscono la peristalsi intestinale. A differenza dei classici farmaci antiemetici, lo zenzero non agisce a livello del sistema nervoso centrale ma esclusivamente a livello gastrointestinale. Si utilizza anche in caso di nausea mattutina durante la gravidanza e mostra un effetto carminativo, per cui può essere impiegato nel trattamento di flatulenza e meteorismo. In aggiunta, sembra essere in grado di stimolare il metabolismo.
Recenti studi hanno evidenziato ulteriori proprietà dello zenzero, come ad esempio le proprietà antinfiammatorie e antitrombotiche. Lo zenzero, infatti, riduce la sintesi dei mediatori chimici alla base dei processi infiammatori e inibisce l’aggregazione piastrinica che porta alla formazione di coaguli. Inoltre, è in grado di alleviare il dolore associato alle mestruazioni. Può migliorare i sintomi dell’osteoartrosi e, se associato a cannella, mastice di Chios od olio di sesamo, può ridurre anche la rigidità osteoarticolare.
Essendo lo zenzero un vasodilatatore, in passato veniva spesso utilizzato per trattare la pressione alta, le palpitazioni e le cardiopatie. Le ultime evidenze stanno mostrano un possibile effetto positivo sulla riduzione della glicemia a digiuno e dell’emoglobina glicata nelle persone affette da diabete di tipo 2.