Zafferano: storia e usi nell’antichità dell’oro delle spezie

Lo zafferano rosso iraniano è una delle spezie più pregiate al mondo, nonché una delle più costose. È soprannominato “oro rosso”, perché un grammo di zafferano vale più di un grammo di oro. Il costo così elevato è dovuto al fatto che la raccolta dei fiori è molto impegnativa. Ogni fiore ha solo 3 filamenti di zafferano, che vanno raccolti a mano per poi procedere con l’essiccatura. Per produrre un solo chilo di zafferano, servono circa 150.000 fiori. È diffuso ormai in circa 50 Paesi e coltivato anche in Italia, ma l’Iran è sicuramente il maggior produttore mondiale, coprendo circa il 90% delle 300 tonnellate di zafferano prodotte ogni anno in tutto il mondo.

Zafferano

Usi tradizionali e introduzione dello zafferano in Europa

Coltivato principalmente nelle regioni del Khorasan, in Iran, questa spezia è impiegata fin da tempi antichi sia come ingrediente in cucina che come rimedio naturale per le sue proprietà. I primi utilizzi risalgono a 3.000 anni fa. Il popolo dei Medi fu il primo, già dal 700 a.C., a contribuire alla sua diffusione.

Raccolta zafferano

La parola zafferano deriva da “Zar par ‘an”, che significa “avente foglie dorate”. È conosciuto per la sua capacità di migliorare l’umore, alleviare dolori e infiammazioni e promuovere la salute del cuore. Ad esso vengono attribuiti anche effetti positivi su alcune malattie, come morbo di Parkinson, cancro, Alzheimer, epatite e influenza. Per via delle sue proprietà terapeutiche, viene chiamato “fiore della salute”.

Campo di zafferano

In Europa fu introdotto per la prima volta dagli arabi, più precisamente in Spagna. Fu invece un Padre Domenicano del Tribunale dell’Inquisizione spagnolo, di origini abruzzesi, ad introdurre la spezia in Italia. Nella prima metà del 1.200 egli trasportò clandestinamente dalla Spagna alcuni bulbi di zafferano fino in Abruzzo, nonostante le severissime leggi dell’epoca impedissero di esportare la spezia al di fuori dei confini spagnoli. Il terreno e il clima abruzzese si rivelarono adatti alla coltivazione dello zafferano, che divenne ancor più pregiato di quello spagnolo.

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