Vi siete mai chiesti se frullare la frutta condizioni negativamente le sue proprietà nutritive? La risposta che non ti aspettavi
Con l’apertura della stagione estiva consumare frullati a base di frutta e verdura viene considerato un “must“. Si tratta effettivamente di spuntini adatti a tutte le stagioni, eppure nei mesi più caldi sembra che abbiano una marcia in più. Sebbene i frullati abbiano tutte le carte in regola per essere dei perfetti alleati nella lotta contro la calura estiva c’è da chiedersi se questi ultimi possano rivelarsi benefici per la salute dell’organismo.
Scegliere di frullare la frutta piuttosto che consumarla intera riesce comunque a far sì che ne vengano conservate tutte le componenti? Secondo gli esperti preferire un frullato ad una spremuta o ad un estratto costituisce la scelta nutrizionale decisamente migliore. I frullati infatti, nonostante la lavorazione per ottenerli, riescono comunque ad incorporare numerose componenti della frutta. L’unica differenza si può riscontrare a livello delle fibre che, se sottoposte a frullatura, risultano più piccole. Questo aspetto non deve considerarsi tuttavia negativo perché le fibre di minori dimensioni in linea generale vengono digerite con maggior facilità.
Sebbene i frullati riescano a conservare i medesimi nutrienti dei frutti di partenza c’è da chiedersi se possano influenzare diversamente valori corporei come l’indice glicemico. Quando si ingerisce un frullato bisogna tenere a mente che quest’ultimo viene assorbito dall’organismo con maggior velocità, quindi questo potrebbe inluenzare i nostri processi metabolici.
Come possa variare la glicemia sulla base della modalità d’assunzione della frutta attualmente non è chiaro. Uno studio condotto su persone che hanno ingerito il frutto della passione intero, confrontate con un gruppo che ha consumato solo un frullato, ha mostrato per esempio delle sostanziali differenze. In particolare coloro che hanno bevuto il frullato hanno mostrato un aumento dei livelli ematici di zucchero più graduale rispetto a chi ha mangiato il frutto intero.
Analisi condotte su altre tipologie di frutta tuttavia non hanno riportato risultati rilevanti. Mangiare un mango intero o sottoforma di frullato per esempio non determina variazioni a livello glicemico. Attualmente dunque, mancando dati riproducibili, non è possibile stabilire se si riscontrino variazioni significative in seguito all’ingestione di frullati.