Uva turca o fitolacca americana: usi tradizionali e proprietà di questa pianta dalle bacche scure
La fitolacca americana (Phytolacca americana) è una pianta perenne a portamento arboreo o arbustivo facente parte della famiglia delle Phytolaccaceae. È nota anche sotto il nome di uva turca o cremesina. Di origini nord-americane, è stata introdotta in Europa, compresa l’Italia, a scopo ornamentale, e ad oggi è considerata una specie invasiva naturalizzata. Cresce su terreni incolti, nei campi, nei giardini, ai margini delle strade, lungo le rive dei corsi d’acqua, sulle massicciate ferroviarie e in altri ambienti ruderali, fino a 400-500 metri d’altitudine, su suoli freschi e ricchi di humus.
Caratteristiche dell’uva turca
La pianta presenta radici fittonanti, profonde fino a 50/70 cm nel terreno. Il fusto è eretto e lignificato alla base, ma nelle varie ramificazioni diventa quasi erbaceo fino ai peduncoli e assume un vivace color porpora. Può arrivare fino a 3 metri d’altezza. Le foglie sono grandi e numerose, a margine liscio e di un colore verde brillante, fino a diventare rosso scuro prima di cadere. I fiori sono raccolti in infiorescenze a racemo abbastamza lunghe. Sono molto piccoli, di colore bianco rosato, e sbocciano da luglio a ottobre.
La pianta produce delle piccole bacche come frutti, che assumono un colore nerastro quando giungono a maturazione. Ogni bacca contiene al suo interno 10 semi, neri e lucidi. Gli uccelli, come merli e tordi, vanno ghiotti sia per le bacche che per i semi.
Usi e proprietà della fitolacca americana
Le bacche producono un succo rossastro che veniva usato come tintura vegetale, per la produzione di inchiostro e come colorante dolciario o per il vino.
Quest’uso ad oggi viene sconsigliato a causa delle proprietà purgative. Nonostante l’uva turca contenga principi tossici, come fitolaccatossina, fitolaccina, saponine triterpeniche, trova impiego in diversi settori. Viene utilizzata nella preparazione di alcuni farmaci, per via delle sostanze antinfiammatorie in essa contenute e per la presenza di proteine antivirali e sostanza che influenzano la divisione cellulare. La medicina sperimentale sta testando gli effetti di una proteina isolata dalla fitolacca in merito all’inibizione della replicazione del virus HIV. È impiegata anche in farmaci dall’azione anticancerogena e immunostimolante.
In erboristeria è considerata un valido alleato per combattere infiammazioni delle vie respiratorie, disturbi reumatici, patologie infettive. In alcuni Paesi americani e anglosassoni le foglie giovani vengono ancora utilizzate in cucina e consumate lesse, e i frutti nella preparazione di dolci.
Alcuni dei componenti tossici presenti nella pianta possono attraversare la barriera cutanea e provocare, nei soggetti sensibili, dermatite da contatto.