Tarassaco, tutto quello che volevi sapere su questa pianta e come si usa in cucina
Fra le piante officinali che si usano in cucina, figura anche il tarassaco. Il Taraxacum officinale, questo il suo nome scientifico, è noto anche come dente di leone, soffione, grugno di porco, pisciacane, piscialletto o giradole dei prati. Si tratta di una pianta che fa parte della famiglia delle Asteracee. Da tempo è noto il suo come pianta officinale, ma in realtà possiamo tranquillamente usarlo anche in cucina.
Come usare il tarassaco in cucina?
Il tarassaco è una pianta erbacea e perenne, alta al massimo 30 centimetri. Ha una grossa radice a fittone. Le foglie sono oblunghe e lanceolate con margine dentato. Il fiore è di colore giallo e fiorisce fra aprile e maggio (ma alcuni allungano la fioritura fino in autunno). Da ciascun fiore si sviluppa un achenio con il tipico pappo, cioè un ciuffetto di peli bianchi che aiutano la dispersione dei semi. Sono quelli che ci divertiamo a soffiare via, per capirci.
Come pianta, cresce al massimo fino ai 2mila metri di altezza. Pianta molto diffusa nei climi temperati, non ha particolari esigenze di terreni. Cresce bene sia in zone soleggiate che in mezz’ombra, tanto che a volte viene considerata una pianta infestante.
Una curiosità: sono tante le leggende che parlano di questa pianta, una più affascinante dell’altra.
Ricca di triterpeni, flavonoidi, acido linolico, acido linolenico, vitamina B1, vitamina B2, vitamina C e vitamina E, ecco che in fitoterapia si usa l’infuso o il decotto per i problemi digestivi e per la disappetenza. Nella medicina popolare, si usa da sola o insieme ad altri rimedi per i problemi epatici, biliari, come spasmolitico, come diuretico, antinfiammatori e antireumatico.
Tuttavia è usato spesso anche in cucina. Per esempio, è perfetto per le insalate primaverili, sia da solo che insieme ad altre verdure. In Piemonte è chiamato “girasole” e lo si mangia a Pasquetta insieme alle uova sode. In Liguria, invece, è usato insieme ad altre erbe nel ripieno dei pansoti.
I petali dei fiori danno sapore e colore alle insalate, mentre i boccioli si usano sia sott’olio che sott’aceto (in quest’ultimo caso al posto dei capperi). Inoltre i fiori possono anche essere preparati in pastella e fritti. Le rosette basali si mangiano lesse, in padella con l’aglio o condite con olio di oliva.
I fiori si usano per preparare la gelatina di tarassaco che spesso è definita miele di tarassaco. E ancora: le radici, una volta tostate, danno vita al caffè di tarassaco, un’alternativa al classico caffè.