Saponaria: tutto ciò che devi sapere sul sapone del contadino

La saponaria (Saponaria officinalis) è una pianta perenne spontanea appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae. Il nome è dovuto alla presenza delle saponine nelle radici e nelle foglie, che formano una schiuma detergente quando immerse e strofinate in acqua. I contadini la utilizzavano infatti come un sapone. In alcune zone si usa ancora oggi sottoforma di decotto per lavare tessuti in pizzo o in seta, ricami e filati. Per molto tempo è stata utilizzata anche per il lavaggio della lana. Era ulteriormente impiegata come erba tintoria insieme all’edera per scurire la lana, mentre da sola tendeva a donare tonalità giallo chiaro.

Saponaria

È originaria dell’Europa, ma oggi è diffusa anche in America e in Asia, fino in Siberia. Cresce formando dei cespugli, vicino alle siepi, ai margini dei sentieri o lungo le scarpate. È perfetta per decorare i giardini rocciosi. Ha dei fusti alti, glabri e ramificati e un rizoma strisciante di colore bruno-rossastro. Le foglie sono lanceolate e lisce, i fiori invece sono di colore prevalentemente rosa, raramente bianchi, raccolti in grappoli. Emanano un leggero profumo e si aprono di sera. La fioritura avviene da giugno a settembre.

Saponaria

Benefici della saponaria

Oltre alle saponine, questa pianta contiene vitamina E, resine, mucillagini e flavonoidi (saponaretina, saponarina e vitexina), antiossidanti in grado di riparare i danni cellulari. Ha proprietà diaforetiche (favorisce la sudorazione), diuretiche, espettoranti e depurative. Ha effetti benefici sul fegato perché facilita la produzione e l’escrezione della bile.

Il decotto di radice di saponaria può essere usato come uno shampoo rinforzante per capelli fragili e sfibrati e cute delicata o sensibile. È ottimo anche per detergere la pelle infiammata e in caso di acne, psoriasi e dermatite.

Saponaria officinalis

Oltre ai numerosi benefici, la saponaria presenta anche delle controindicazioni se assunta in modo scorretto. Una dose troppo elevata per uso interno può risultare tossica per l’organismo, mentre un uso esterno eccessivo potrebbe provocare irritazioni cutanee o delle mucose.

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