Rambutan: scopri di cosa si tratta e tutte le sue proprietà

Il rambutan è il frutto del Nephelium iappaceum, appartenente alla famiglia delle Sapindaceae e originario di Malesia e Indonesia. Il suo aspetto è simile al litchi, è ricoperto di spine lunghe, sottili e morbide, ma rispetto ad esso è un po’ più grande. Può crescere fino a raggiungere un diametro di 5 cm. Il termine “rambout” infatti significa capelli e richiama proprio questa caratteristica. Si tratta di un frutto tondeggiante dalla buccia rossastra e la polpa bianca e morbida, dal sapore dolce simile alla rosa.

Rambutan

Proprietà del rambutan

Questo frutto è ricco di potassio, manganese, fosforo e ferro. Contribuisce quindi a proteggere ossa e denti e a produrre globuli rossi. L’elevato contenuto di vitamina C lo rende un ottimo frutto antiossidante e non mancano le vitamine del gruppo B, soprattutto la niancina, ottima per il sistema nervoso. La vitamina C è anche utile per preservare il corretto funzionamento del sistema immunitario e la salute dei tessuti connettivi, in quanto partecipa alla sintesi del collagene. Ha proprietà toniche ed energizzanti grazie alla presenza di glucosio. Sono commestibili anche i semi, ricchi di acido oleico, acido arachidico e altre sostanze che rendono il frutto un buon analgesico. Il consumo di rambutan aiuta a raggiungere il giusto quantitativo di fibre da assumere durante la giornata.

Rambutan

Come si mangia

Il rambutan si mangia fresco semplicemente sbucciandolo, da solo oppure inserito in macedonie e composizioni di frutta. Si possono produrre anche frullati o marmellate. È ottimo spremuto all’interno di tè e bevande per addolcirle o immerso direttamente all’interno, privato della buccia. In alternativa, si può consumare anche cotto o meglio caramellato. Quando è maturo la buccia è completamente rossa, senza sfumature chiare o verdognole.

Rambutan

Il consumo della polpa non presenta alcuna controindicazione. I semi invece non vanno consumati in quantità eccessive per via della presenza di saponine, terpeni e tannini, che in alte concentrazioni mostrano un discreto livello di tossicità.

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