Rafano: i segreti per coltivare con successo questa radice piccante
Volete creare un orto con piante insolite? Stanchi dei soliti pomodori, zucchine e melanzane? Perché allora non cimentarvi con la coltivazione del rafano? Certo, dovrete prepararvi al suo sapore fortemente aromatico e piccante, ma è possibile coltivarlo tranquillamente anche qui da noi. Basta seguire questa piccola guida.
Come coltivare il rafano

Il rafano o Armoracia rusticana se preferite il nome scientifico, noto anche come cren o kren, è una pianta perenne parente dei cavoli. In effetti, fare parte della famiglia delle Brassicacee o Crucifere. Da non confondere col ravanello, solitamente in cucina si usa la radice. Ma attenzione: ha un sapore particolare, forte e piccante, non adatto a tutti i palati. Considerate che si usa anche per preparare salse che ricordano un po’ il gusto del wasabi.
Dei benefici del rafano ne avevamo già parlato in precedenza. Qui ricordiamo che potete usarla sia come pianta ornamentale, visti i delicati fiorellini bianchi, sia in cucina per arricchire i vostri piatti.
Nel caso abbiate deciso di coltivarlo, ricordatevi che il rafano è una pianta che non ama il caldo e il clima secco. Nemico della siccità, cresce bene nelle zone di montagna o nell’Italia settentrionale. Nel caso abitiate in una zona soleggiata, meglio coltivarlo all’ombra e ricordarsi di innaffiarlo con regolarità.
Necessita di un terreno sciolto, non troppo compatto, altrimenti la radice non riesce a crescere. Il terriccio deve anche essere ben drenante in modo da evitare ristagni idrici che conducono al marciume radicale. Cercate di procurarvi un terreno ricco di materia organica, arricchendolo con compost, humus o letame maturo. Ogni tanto ricordatevi di zappettare il terreno intorno per mantenerlo morbido.
La semina di solito avviene in primavera, piantando fra marzo e aprile pezzettini di radici (per talea, un po’ come fate con le patate). Non può invece essere coltivato partendo dai semi. Se trovate in commercio i semi di rafano, non sono il cren, bensì il remolaccio o Raphanus sativus, una specie di ravanello. La raccolta, invece, avviene il secondo o terzo anno di vita, quando la radice è sufficientemente lunga. Si raccoglie in autunno e in inverno.

Come irrigazione, ricordatevi di innaffiarlo regolarmente. Il terreno non deve mai essere secco, ma neanche inzuppato d’acqua. Meglio optare dunque per una buona pacciamatura, che permetterà al terreno di rimanere umido e ridurrà il rischio di erbacce (ma intorno al rafano difficilmente cresceranno molte erbacce).
Come pianta, è alquanto robusta. Attenzione solo alle altiche, parassiti che di solito aggrediscono i cavoli.