Quattro modi efficaci per utilizzare gli avanzi del pesce per la fertilizzazione naturale del giardino
Sapevate che esistono 4 metodi che vi consentono di limitare gli sprechi impiegando gli avanzi del pesce? Il loro odore certamente potrebbe renderle queste tecniche niente affatto piacevoli ma questo non vuol dire che siano inefficaci. Oggi vi spieghiamo come riutilizzare in maniera sostenibile tutto il pesce che altrimenti rischierebbe di andar buttato.
Nulla di nuovo: si tratta di una serie di semplici trucchi che ci sono stati trasmessi dai nostri antenati. Già in tempi molto lontani dai nostri si era scoperto che la decomposizione del materiale organico andava ad arricchire il terreno e a renderlo più “ospitale” per la crescita delle piante. Cosa contiene in particolare il pesce di così prezioso? Ciò che rilasciano gli scarti quando si decompongono nel terreno sono una serie di sostanze utili quali l’azoto, lo zinco, il calcio, il potassio e il ferro. Tuttavia tra i quattro metodi di cui parleremo si cela un grande “contro”: gli scarti di pesce vanno maneggiati con attenzione perché rischiano di attirare parassiti che potrebbero ostacolare la crescita delle piante.
Il primo metodo, che è anche il più semplice, prevede di seppellire gli scarti del pesce alla base delle piante ad una profondità compresa tra 30 e 60 cm. In tal caso l’unica cosa a cui bisogna prestare attenzione è al scelta della tipologia di piante, non tutte infatti tollerano la presenza del pesce. Possibilmente ci si deve orientare verso le piante di pomodori e cetrioli, che apprezzano particolarmente l’apporto di minerali dato da questi scarti. Se è impossibile sopportare il pungente odore del pesce in decomposizione e si desidera attenuarlo conviene passare direttamente al secondo metodo, che ne richiede la miscelazione in acqua. Inserire questo mix alla base delle piante consente di dare un “boost” processo di decomposizione.
Se volete fornire alle vostre piante un generosissimo apporto di nutrienti miscelate in un secchio gli avanzi di pesce con segatura, melassa e acqua. Dopo aver preparato questa emulsione attendete due settimane prima di poterla usare. Importante sapere in questo caso che il pesce e la segatura devono necessariamente trovarsi in un rapporto 1:1. L’ultimo metodo prevede la creazione di un compostaggio a base di pesce. In tal caso basta unire i vostri scarti a del compost organico. Grazie a questo trucco l’odore diminuirà significativamente. Potrete per di più aggiungere delle sostanze nutrienti al terreno su cui state lavorando senza il rischio di attirare troppi parassiti.
In conclusione si può dire che questi metodi risultano efficaci e al tempo stesso sono in grado di limitare al 100% gli sprechi. L’unico grande limite degli scarti del pesce ovviamente è l’odore, che potrebbe risultare insopportabile specialemente ai nasi più “delicati”.