Quanto è buona l’insalata valeriana? Tutto quello che dovete sapere sul soncino
Da non confondere con la Valeriana officinalis, oggi parleremo della Valerianellaa locusta, cioè dell’insalata valeriana. Che è una delle insalate con più nomi dialettali in assoluto. Ecco tutto quello che dovete sapere sul soncino, ivi incluso perché è meglio raccogliere le foglie quando sono piccole.
Cosa c’è da sapere sull’insalata valeriana?
Il suo nome scientifico è Valerianella locusta ed è una pianta commestibile da insalata che faceva parte della famiglia delle Valerianacee, adesso ricollocata nella famiglia delle Caprifoliaceae. La cosa buffa è che questa pianta nei vari dialetti e nelle varie regioni è conosciuta con mille nomi diversi:
- soncino o songino
- valerianella, dolcinella, pasqualin, grassagallina o gallinella nel Centro Italia
- formentino nella zona del Comasco e nel Canton Ticino
- pucciddana in Sicilia
- sarset in Piemonte (anche lacet, ma nell’alto Piemonte)
- matavilz a Trieste
- serzetto a Genova
- ardelut o ardielut in Friuli
- molesini a Verona
- Nosioi in Trentino
L’insalata valeriana fiorisce in primavera con piccoli fiorellini bianchi o azzurri. Alta massimo 40 cm, è una pianta adatta anche agli orti di chi ha meno tempo perché non richiede tantissime cure. Ama il sole, dunque posizionatela in una zona soleggiata del giardino, ma con un terriccio che sia ben drenante.
Questa insalata deve essere piantata in inverno. Ne esistono due cultivar:
- valeriana d’Olanda a seme grosso: perfetta per essere coltivata in serra, produce semi grossi e foglie più allungate
- valeriana verde cuore pieno: perfetta per la coltivazione in campo, produce sempi piccoli
Esattamente come la lattuga o le cicorie e i radicchi, ecco che è usata nelle insalate. Se non amate le insalate amare, preferite quelle dolci, ma siete stanchi della solita lattuga, allora la valeriana è quello che fa per voi. Più digeribile rispetto alle altre insalate, è meglio consumare le foglie piccole, giovani e morbide. Quando è fatta maturare troppo, infatti, la pianta tende ad allungarsi per la fioritura, riducendo così le foglie a favore dei fiori e sviluppando foglie più dure e meno gradevoli da mangiare.
Quando le foglie sono più grandi, infatti, meglio consumarla cotta che cruda. Come insalata, è ricca di vitamina A, vitamina B, vitamina C, potassio, calcio, fosforo e ferro.