Pteridophyta: tutto quello che volevate sapere su queste piante
Se vi diciamo Pteridophyta probabilmente questo nome vi dirà poco. Ma se vi sveliamo che le pteridofite non sono niente altro che le felci? O meglio: sono piante a che comprendono le felci vere, le felci a frusta, i vari equiseti e anche i licopodi. Sono piante a dir poco affascinanti, che siamo abituati a vedere nel sottobosco di zone umide, ma che non stonano neanche nei nostri giardini. Inoltre sono piante antichissime, risalenti al Devoniano inferiore.
Curiosità e particolarità sulle Pteridophyte

In generale le piante pterdofite sono composte da un fusto, da radici, foglie e hanno un sistema vascolare. Anzi: si tratta delle prime piante terresti a dotarsi di un sistema vascolare per il trasporto dei muschi, cosa che permise loro in epoca preistorica di differenziarsi dalle briofite o muschi, le quali non riuscirono mai a separarsi del tutto dalla vita acquatica, crescendo anche più basse.
Dotate di lignina, non hanno semi, bensì si diffondono nell’ambiente come spore. Solitamente le piante afferenti a tale divisione sono utilizzate come piante ornamentali. Anzi, le felci sono ottime per nascondere parti del giardino non proprio gradevoli alla vista. Inoltre tendono a donare un aspetto più “naturale” e selvatico al giardino.
Il fusto delle felci tende ad avere un rizoma sotterraneo. Le foglie e le fronde variano un po’ a seconda dei generi e delle specie. In generale, però, si tratta di piante che hanno bisogno di un buon livello di umidità ambientale (anche se non bisogna mai esagerare con l’irrigazione perché anche loro in caso di eccessi d’acqua possono sviluppare marciume radicale).
Per quanto riguarda l’uso, solitamente sono sfruttate come piante ornamentali. In particolar modo le feci arboree sono apprezzate nei giardini dei climi temperati e tropicali. Molo spesso sono usate come piante da esterno, ma alcune specie si adattano bene anche a vivere in appartamento. Fra di esse consigliamo quelle del Adiantum, fra cui spicca il capelvenere.
Alcune specie sono utilizzate anche per arricchire gli acquari, come la felce acquatica Ceratoperis.

Molto particolare l’azolla, felci galleggianti che spesso sono coltivate nelle risaie. Questo perché sono capaci di fissare e rendere maggiormente biodisponibile l’azoto atmosferico, andando così a fertilizzare in maniera naturale le colture.
Particolare menzione, poi, per i licopodi. Le loro spore, infatti, sono altamente infiammabili. Per tale motivo erano spesso utilizzate per produrre i fuochi d’artificio. Inoltre la polvere di licopodio, ottenuta facendo essiccare e triturando le spore, era usata comunemente nel teatro Vittoriano per garantire effetti simili alle fiamme. La sua particolarità era che poteva bruciare molto velocemente e con grande intensità, ma sviluppando pochissimo calore.