Pianta dei pappagalli: caratteristiche e curiosità sulla Asclepias syriaca

La pianta dei pappagalli, o “green parrot” in inglese è una pianta dall’aspetto particolare. Il suo nome scientifico è Asclepias syriaca e appartiene alla famiglia delle Apocynaceae. Il nome comune è dovuto ai suoi frutti, che sono di un bel colore verde vivace, piumati e allungati e nella forma somigliano vagamente a dei pappagalli. Una volta essiccati, possono diventare delle insolite decorazioni. I fiori sono stupendi: di colore rosa principalmente, a volta bianchi o crema, raccolti in infiorescenze a grappolo.

Asclepias syriaca

Curiosità sulla Asclepias syriaca

La pianta produce una linfa lattiginosa dalle foglie e dai gambi, che può essere trasformata in gomma o colla, caratteristica che le è valso il nome di “erba del latte”. Questa linfa nell’antichità veniva applicata per rimuovere le verruche. Gli infusi di radici e foglie della pianta venivano invece usati contro la tosse e l’asma. Se masticate, le radici si mostravano utili anche in caso di dissenteria.

Pianta dei pappagalli

Le fibre degli steli venivano un tempo lavorate e attorcigliate per creare corde, spaghi o tessuti. Il filamento bianco che tiene attaccati i semi all’interno del baccello era impiegato per imbottire materassi e cuscini o per accendere il fuoco. Questi filamenti, inoltre, durante la Seconda Guerra Mondiale venivano usati per imbottire i giubbotti di salvataggio, poiché il materiale solitamente utilizzato scarseggiava e questi filamenti risultano essere estremamente galleggianti.

I fiori della Asclepias syriaca producono molto nettare, grazie al quale attirano diversi insetti impollinatori, soprattutto api e farfalle. Sono intensamente profumati e sbocciano da maggio a settembre. Il miele prodotto è di colore chiaro, con un aroma simile a quello dei fiori e un sapore fruttato leggermente piccante.

Pianta dei pappagalli

La pianta dei pappagalli è tossica?

La linfa prodotta da foglie e fusto è irritante per la pelle e può risultare tossica se ingerita, sia per l’uomo che per gli animali. Proprio per via di questa caratteristica, la larva della farfalla monarca, che è immune alla tossina e si ciba delle foglie, risulta sgradevole ai predatori perché accumula le tossine nel proprio corpo.

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