Minatrice serpentina, il parassita che minaccia gli agrumi
Fra i numerosi parassiti che possono minacciare le nostre piante di agrumi c’è la minatrice serpentina. Che no, non è il nome di un nuovo nemico dei Souls, bensì un lepidottero che fa parte della famiglia Gracillariidae e che è noto anche con il nome scientifico di Phyllocnistis citrella. Tradizionalmente lo si associa agli agrumi, ma in realtà può colpire anche leguminose, olivi e via dicendo.
Come capire se la pianta è infestata dalla minatrice serpentina?
Questo lepidottero è diffuso in tutto il mondo, ma in Italia è stato introdotto solamente negli anni Novanta. Originaria del Sud-Est asiatico, ecco che qui da noi è arrivata prima in Sardegna, diffondendosi poi in Calabria e in Sicilia.
L’insetto adulto si presenta come una piccola farfallina con ali frangiate bianco-argentee, con bande trasversali scure sottile e macchietta nera in punta. Solitamente la si vede in giro al tramonto, ma ogni tanto la si vede anche in pieno giorno.
La larva, invece, è di colore giallo-verdastro. Lunga 3 mm, ha due forme: una si nutre tramite le mandibole, l’altra non si nutre e prepara la seta per la crisalide. La pupa è di colore marrone. Le uova sono trasparenti e sono deposte lungo la nervatura centrale della foglia.
Come ciclo biologico, gli adulti sono attivi di notte. Le femmine depongono le uova su tutte e due le patine delle foglie. Dopo un’incubazione di 2-10 giorni, escono fuori le larve di I tipo, quelle plasmofaghe che si nutrono delle foglie scavando percorsi serpentiformi. Successivamente si trasformano in larve di II tipo, quelle che producono la seta per il bozzolo. Dopo 5-8 giorni nasce il nuovo adulto. Il ciclo di vita è molto rapido.
Solitamente le infestazioni iniziano a metà giugno, quando le temperature sono sempre superiori ai 12°C. Le larve sono in grado di danneggiare le foglie scavando delle microgallerie sinuose, con linea scura centrale e colore argenteo. Vi accorgete della loro presenza non solo per questi tragitti, ma anche perché le foglie si deformano, ripiegandosi. Le larve causano danni anche ai frutti, con la buccia percorsa da tali tragitti. I frutti colpiti diventano secchi, le foglie si accartocciano e compaiono aree di necrosi, con morte della pianta.
Per evitare l’infestazione della pianta, bisogna non usare d’estate concimi troppo ricchi di azoto e anticipare la potatura, in modo che non si sviluppino troppe foglie che sono il primo bersaglio di questi insetti. In commercio esistono poi diversi prodotti chimici per allontanare questo parassita. La lotta biologica, invece, prevede di usare predatori naturali come Semielacher petiolatus e Citrostichus phyllocnistoides.