Melicoccus bijugatus, tutto quello che volevate sapere sulla guaya o mamoncillo
Se vi imbattete in questo frutto, sappiate che si tratta del Melicoccus bijugatus. Chiamato anche guaya, mamoncillo, limoncillo, quenepa, guinep, chene, Bajan ackee o lime spagnolo, in teoria non ha nulla a che fare con gli agrumi visto che non appartiene alla famiglia Rutaceae, bensì alla famiglia Sapindacee. Al massimo, hanno in comune il fatto di appartenere all’ordine dei Sapindales.
Come si mangia il Melicoccus bijugatus?
Questo albero è originario dell’America del Nord e del Sud, anche se poi si è naturalizzato nell’America Centrale e nei Caraibi. Inoltre lo troviamo anche in India. Gli alberi sono alti anche 25 metri e presentano foglioline ellittiche.
I fiori hanno quattro petali e producono delle drupe verdi e lunghe, con una polpa di colore dal giallo all’arancione intenso. La polpa ha una consistenza pastosa, gelatinosa e succosa. La buccia del frutto è molto sottile, fragile e di colore verdastro.
La maggior parte di esso si compone di uno o raramente due semi biancastri circondati, per l’appunto, dalla polpa commestibile. I frutti maturano in estate e sono assolutamente commestibili. L’unico problema è che i semi, essendo molto scivolosi, sono estremamente pericolosi per i bambini piccoli che rischiano di soffocare.
Visto che il seme, poi, è molto grosso rispetto alla polpa, ecco che a Porto Rico e in Florida stanno cercando di produrre delle cultivar che abbiano un rapporto fra semi e polpa più favorevole per quest’ultima.
Ma come si usa in cucina la guaya (da non confondere con la guava)? Solitamente il frutto, avendo un sapore dolce e aspro contemporaneamente (ricorda un po’ il gusto del lime, per darvi un’idea), lo si mangia fresco, così come è. Tuttavia viene anche venduto inscatolato o usato per preparare bevande sia analcoliche che alcoliche.
Tecnicamente produce anche una tintura dal colore giallo intenso, ma ad onor del vero lo si usa poco a tale fine.
Il nocciolo è commestibile. Solitamente lo si mangia o tostato (con un gusto che ricorda questa volta quello degli anacardi) o macinato e ridotto in polvere per preparare l’horchata (questo in Nicaragua), una bevanda solitamente preparata con chufa, semi di sesamo, riso bianco, mamoncillo in polvere e zucchero e altri ingredienti o per sostituire la manioca.
Anche il suo legno lo si usa per i mobili in quanto ha un colore pallido e una grana fine. Tuttavia non è molto resistente nel tempo, motivo per cui non lo si usa spesso per costruzioni esterne. Inoltre nulla vi vieta di usarlo anche come albero ornamentale.