Mandarini cinesi, si possono mangiare? Tutto quello che c’è da sapere su questi agrumi
Una pianta ornamentale, perfetta sia per i giardini che per crescere in vaso sul balcone, è il mandarino cinese. Agrume noto con il nome scientifico di Citrus japonica, lo potreste anche conoscere come kingen. Si tratta di un piccolo albero da frutto che fa parte della famiglia delle Rutacee. La particolarità dei mandarini cinesi è che si può mangiare anche la buccia di questi frutti.
Come usare in cucina i mandarini cinesi?
Il mandarino cinese è un piccolo alberello sempreverde, alto al massimo 4,5 metri con rami fitti e talvolta spine. Le foglie sono verde scuro, mentre i fiori sono bianchi. Il frutto sembra un’arancia in miniatura, ma allungata e non tondeggiante. Di piccole dimensioni, a seconda della varietà la buccia può variare dal giallo all’arancione al rosso. La maggior parte dei frutti sono ovalari, ma talvolta qualche frutto si presenta di forma più tondeggiante.
La pianta fruttifica da novembre a febbraio.
Originario della Cina, è assai coltivato in Giappone. Necessita di un clima con estati calde, sopravvive bene fino ai 38°C. Tuttavia tollera bene anche le basse temperature, fino a -10°C. Il che lo rende ideale anche come pianta da esterno anche qui da noi (anche se durante le gelate è meglio coprire la pianta e ripararla dal troppo vento).
A seconda della varietà, il frutto può essere più o meno saporito. Tutto il frutto è commestibile, inclusa la buccia (anche se contiene dei semi piuttosto grandi, ma facili da eliminare). Dal gusto più delicato rispetto ad altri agrumi, solitamente i mandarini cinesi sono mangiati così come sono o trasformati in marmellate o canditi.
Con il frutto intero, poi, è possibile preparare dei liquori. Tutto quello che dovete fare è lasciare i frutti immersi nell’alcol (con o senza zucchero) per alcuni mesi. In questo modo sia il sapore che il colore dell’agrume si trasferirà all’alcol. Questi liquori sono ottimi digestivi e spesso accompagnano gelati e dolci.