Mal del piombo: sintomi e come capire se le piante hanno questa malattia fungina

Fra le tante malattie che possono colpire le nostre piante non dobbiamo scordarci neanche del mal del piombo. Nonostante il nome, la patologia non c’entra nulla con il metallo in questione. Si tratta, invece, di una malattia fungina, una delle tante, che possono rovinare i nostri giardini e terrazze. È molto importante saper riconoscere la malattia sin dai primi sintomi, in modo da evitare che si diffonda e faccia morire le nostre piante.

Mal del piombo: sintomi e cosa fare

mal del piombo

Il mal del piombo è causato dal Chondrostereum purpureum, un fungo basidiomicete. In realtà la patologia è nota da tempo, ma solamente dal 2010 ha iniziato a diffondersi qui da noi. Particolarmente colpite alcune varietà di albicocco, ma non risparmia neanche peschi, susini e piante ornamentali come il salice, il pioppo, la betulla, la quercia, il faccio, l’olmo, l’eucalipto e l’ontano. E le rose, ma quale malattia non colpisce le rose?

Tipicamente il primo sintomo che si nota è una colorazione argentata delle foglie, le quali assumono riflessi metallici. Il problema è che una cosa del genere potrebbe derivare anche da altre cause. Per esempio, succede spesso di vederne una forma non parassitaria in estate, quando fa molto caldo. Ma ne esiste anche una forma tardiva causata da fitofagi.

Quello provocato dal fungo, invece, tende a manifestarsi più precocemente, quando la pianta ricomincia a crescere. Il tipico colore argenteo è dovuto agli enzimi prodotti dal fungo che distruggono pectine e cellulosa. Così l’epidermide si distacca e si creano delle bolle d’aria che riflettono la luce.

A seguire, le foglie appaiono deformate per via della presenza di queste bolle, accartocciandosi verso l’alto. I bordi del fogliame si necrotizzano e le foglie cadono prima del tempo. Quando la malattia colpisce precocemente la pianta, le foglie rimangono piccole e argentate, non crescono neanche.

Questo fungo tende a entrare nella pianta tramite ferite (quindi occhio quando potate o preparate talee), causando anche la necrosi delle parti legnose. Col passare del tempo, i tessuti della pianta si danneggiano a tal punto che finiscono col non funzionare più, provocando la morte della pianta.

Ma non finisce qui. In autunno, il fungo fuoriesce all’esterno, creando delle formazione a mensola biancastre e vellutate, con margini ondulati. La parte esterna è di colore bianco-grigio, mentre quella interna rosso-viola.

salice

Come tutti i funghi, durante i mesi più umidi, soprattutto in primavera e autunno, ecco che ci sono rischi maggiori di diffusione. Attenzione, poi: esistono forme acute di infezione e croniche. Le seconde possono andare avanti per anni.

Per ridurre i rischi di contagio, visto che non esistono terapie specifiche, quando si nota una pianta colpita, bisognerebbe cercare di eliminarla prima che contagi le altre. Se solo piccole parti sono interessate dal fungo, allora si può provare a togliere solo le parti malate.

Cercate anche di minimizzare i rischi di contagio, potando correttamente (e sigillando le ferite con gli appositi prodotti) e potando tardivamente, quando il clima è più asciutto.

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