Mai più senza: gli ammendanti da aggiungere al terreno per far prosperare le piante
Volete far crescere e prosperare le piante come mai prima d’ora, per essere l’invidia di tutto il vicinato? Beh, forse la strada da percorrere è quella degli ammendanti. Si tratta di sostanze di vario tipo da aggiungere al terreno per migliorarlo. Se ci pensate bene, è una cosa logica da fare: con il passare del tempo il terreno si impoverisce, i nutrienti vengono consumati e la composizione stessa del terreno, dal pH all’umidità, cambia. Ed ecco che entrano in gioco gli ammendanti, capaci di arricchire nel modo giusto un terreno in modo da renderlo più adatto alla crescita di questa o quella pianta.
Quali ammendanti usare?
Prima di iniziare a buttare a casaccio nel terreno ammendanti di vario tipo, sarebbe bene effettuare un test del terreno. In commercio potreste trovare dei kit già pronti, in alternativa potreste provare a rivolgervi all’Arpa locale o all’Asl per chiedere loro se abbiano i riferimenti di qualche laboratorio che esegue analisi del genere anche per i privati.
Una volta stabilito il problema di quel terreno, ecco che si possono usare gli ammendanti. Solitamente assolvono a tre scopi:
- migliorano la fertilità
- migliorano drenaggio e porosità del terreno
- aggiustano il pH
Solo che non tutti svolgono tutte e tre le funzioni, motivo per cui è necessario sapere prima di cosa abbia bisogno quel terreno. Il primo ammendante che potreste voler usare è il compost. Facile da realizzare, con i giusti scarti di cucina e del giardino (ma non aggiungetevi mai queste cose che danneggiano il compost), ecco che si tratta del residuo decomposto di materiali vegetali. Foglie, erba tagliata, corteccia, bucce della frutta, paglia… Sono solamente alcuni degli ingredienti del compost.
Aggiungere il compost al terreno vuol dire aumentare la quantità di materia organica, ma non solo. Il terriccio tratterrà meglio l’acqua, aumentando la porosità del terreno e favorendo la circolazione dell’aria. Se aggiunto ai terreni sabbiosi, aiuta a trattenere l’acqua. Mentre se aggiunto a quelli argillosi, ne alleggerisce la struttura, migliorandone il drenaggio.
Non esagerate, però: troppo compost causa accumulo di sali e concentrazioni eccessive di taluni ingredienti.
Un altro ammendante molto usato è il letame invecchiato, specie quello di bovini, suini, ovini, caprini e pollame. L’importante è che sia un letame maturo, non fresco: quest’ultimo, infatti, brucia e uccide le piante, introducendo nel terreno batteri pericolosi. Dandogli il giusto tempo di maturazione, ecco che anche il letame aumenta la quantità di materia organica nel terreno, migliorandone pure il drenaggio.
Ricco di azoto, bisogna applicarne di meno rispetto al compost. Se si esagera, vedrete solo foglie e niente fiori (quindi dipende anche da cosa state coltivando).
Come ammendante ci sarebbe anche la calce. Solitamente la si usa per neutralizzare l’acidità, quindi aumentando il pH del terreno da acido a neutro (7). Questo è importante perché il pH del terreno influenza il modo in cui le piante assorbono i nutrienti.
La maggior parte delle piante prospera in un intervallo fra 6 e 7, ma ci sono alcune piante, come le ortensie per esempio, che amano i terreni acidofili. Evitate solamente di usare la calce agricola perché è strutturata per essere distribuita da grandi macchinare e presenta spesso grossi grumi, non adatti ai piccoli giardini.
Anche lo zolfo può essere un ottimo ammendante, soprattutto per quei terreni con un pH troppo alcalino o basico (superiore a 7). Se è vero che alcune piante tollerano i terreni alcalini, ecco che la maggior parte delle piante, con un terreno con pH superiore a 7, non riescono ad assorbire i nutrienti.
Occhio che non va bene qualsiasi tipo di zolfo. Solitamente si usa lo zolfo elementare, non gli insetticidi a base di zolfo che sono un’altra cosa. Inoltre lo zolfo abbasserà il pH lentamente, non aspettatevi grossi risultati prima di un anno. Inoltre va applicato a inizio primavera o autunno.
Da provare assolutamente la perlite, un prodotto di origine vulcanica, bianca, soffice e dalla consistenza che ricorda il polistirolo. Solitamente la si usa per migliorare la porosità del terreno, il drenaggio e la circolazione dell’aria. E c’è anche chi la usa con successo per propagare le talee.
Infine abbiamo la vermiculite. Molto simile alla perlite, è ricavata dalla mica riscaldata. La vermiculite è grigia e sfaldabile. Viene usata soprattutto nelle miscele per semi in quanto favorisce la ritenzione idrica del terreno.