Luffa: ecco gli usi tradizionali e come ricavare una spugna vegetale

La luffa è una pianta appartenente alle Cucurbitaceae, come cetriolo, zucca e zucchina. L’aspetto infatti ricorda proprio quello di una zucchina. Originaria dell’Asia tropicale, oggi è diffusa in pressoché tutte le zone tropicali del mondo. È coltivata come pianta ornamentale, da fibra, alimentare e officinale. In Italia si sta sperimentando la coltivazione della luffa in Sicilia e Sardegna, con un discreto successo.

Luffa

Al genere Luffa appartengono circa una decina di specie, la più apprezzata è la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica). Si tratta di una pianta rampicante, che si arrampica tramite cirri, con fusti che raggiungono anche i 5 metri di lunghezza. Il frutto è allungato e cilindrico, al suo interno è diviso in tre logge logitudinali che comprendono i semi.

Gli usi della luffa

Quando i frutti sono ancora immaturi risultano commestibili. Il sapore ricorda le zucchine. Si consumano cotti, soprattutto nelle minestre, oppure fritti insieme ai fiori (come si è soliti fare con i fiori di zucca). Si possono mangiare anche le foglie. Quando i frutti maturano, accumulano al suo interno sostanze amare e purganti, le fibre lignificano e diventano spugnose.

Luffa cylindrica

A scopi officinali viene ricavato il lattice tramite delle incisioni sul fusto, e si utilizza per realizzare saponi e cosmetici. Foglie e frutti vengono inoltre utilizzati a scopo medicinale, per via dell’azione diuretica e purgativa. La luffa è utile in caso di asma e allergie, cura la pelle e favorisce la guarigione delle ferite. Ha proprietà antinfiammatorie e antifungine.

Il frutto maturo viene tradizionalmente utilizzato per la produzione di spugne vegetali dalle qualità ipoallergeniche e biodegrabili. Possono essere usate per l’igiene personale. Levigano delicatamente la pelle rendendola morbida e liscia ed eliminando le cellule morte. Non trattengono a lungo il sapone quindi si sciacquano facilmente e si asciugano in maniera rapida. Questo fa sì che durino a lungo nel tempo senza rovinarsi o ammuffire. Migliorano la circolazione del sangue perché effettuano un leggero massaggio quando strofinate sul corpo, per questo aiutano a combattere la cellulite.

Luffa

Le spugne si possono usare anche per lavare le stoviglie in quanto leggermente abrasive, o essere usate come portasapone proprio perché si asciugano in fretta. Trovano impiego anche come substrato per colture idroponiche o per imbottiture e imballaggi.

Come si ricava la spugna vegetale dalla luffa

Dopo 5/6 mesi il frutto inizia a maturare e si disidrata, diventando fibroso. Una volta raccolto bisogna prima di tutto rimuovere la buccia fino a ottenere solo lo “scheletro” fibroso. Poi si elimina il picciolo in cima, per creare uno spazio da cui far fuoriuscire i semi. Scuotendo la luffa, i semi si separano e si staccano. Questi si possono conservare e seminare per ottenere nuove piante. Dopo averli rimossi tutti, si può tagliare la luffa ricavandone dei dischetti. Se vi si applica un manico, possono diventare delle comode spazzole.

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