Lovage: tutto quello che volevi sapere sulla spezia nota anche come levistico
Conosci il lovage? Si tratta di una spezia nota anche come levistico. Il suo nome scientifico è Levisticum officinale ed è una pianta originaria dell’Afghanistan e dell’Iran, anche se si è diffusa in tutta l’Europa e in America. Proprio in Europa le foglie sono spesso usate per le insalate, le radici come verdura da mangiare e i semi come spezia.
Come usare il lovage in cucina?
Il Levisticum officinale è una pianta perenne erbacea eretta. Può diventare alta anche 2,5 metri. Gli steli e le foglie sono verdi, con un odore che ricorda il sedano. I fiori, sotto forma di ombrelle, sono giallo o giallo-verdastri. Il frutto, invece, è uno schizocarpo secco che matura in autunno.
Tradizionalmente il levistico è stato usato in diversi campi. Per esempio, in Ucraina era considerato un afrodisiaco: si prepara un infuso con le foglie e con esso ci si sciacqua i capelli in modo da attirare il partner. In realtà, ad oggi, potresti ancora trovare il levistico come ingrediente di shampoo e balsami, ma solo per rafforzare i capelli.
Più ricco l’utilizzo del lovage in cucina. Le foglie, infatti, possono essere usate per preparare insalate, zuppe o brodi. Le radici possono essere consumate come verdura o grattugiate nell’insalata. I semi sono usati come spezia, esattamente come accade con i semi di finocchio.
Per quanto riguarda il sapore e il profumo, il levistico è un mix fra sedano e prezzemolo.
Nei Paesi Bassi, le foglie del levistico si cucinano insieme ad asparagi bianchi, sale e uova sode. In Ucraina le foglie e le radici sono usate per insaporire le insalate, mentre i semi come spezia. In Romania le foglie si utilizzano come condimento per i brodi, al posto del prezzemolo o dell’aneto. Inoltre foglie e semi essiccati sono aggiunti ai cavoli sott’aceto e ai cetrioli per insaporirli e migliorarne la conservazione.
Nel Regno Unito, invece, esiste un liquore a base di levistico che si aggiunge al brandy per creare una bevanda invernale.
Occhio però: la radice contiene furanocumarine che possono causare fotosensibilizzazione.