Long Pepper: tutto quello che non sapevi sulla spezia nota come pepe lungo
Ancora una spezia non molto nota qui da noi, ma maggiormente diffusa in India, Malaysia o Nord Africa. Stiamo parlando del long pepper, noto anche come pepe lungo. Il suo nomve scientifico è Piper longum e fa parte della famiglia delle Piperiaceae. È un parente stretto del Piper nigrum, la pianta dalla quale si ottengono il pepe nero, verde e bianco, ma rispetto ha questi ultimi, pur avendo un sapore assai similare, ha delle note decisamente più piccanti.
Come si usa in cucina il long pepper?
Il long pepper ha un’antica storia culinaria: sue tracce se ne trovano anche in antichi libri di testo indiani di Ayurveda, dove era usato sia per insaporire i cibi che a scopo medicinale. Diffusosi poi in Grecia e a Roma, piano piano la sua popolarità in Europa venne soppiantata dal pepe nero rotondo, quello che ancora usiamo oggi e dal peperoncino. Effettivamente, ad oggi è difficile imbattersi nei negozi nel pepe lungo.
La parte utilizzata in cucina e nella medicina tradizionale è il frutto. In realtà quest’ultimo si compone di tantissimi, piccoli frutti, grandi quanto un seme di papavero, che si trovano incastonati sulla spiga floreale che ricorda tanto l’amento del nocciolo. I frutti sono ricchi di piperina, la sostanza che garantisce a questa spezia la sua piccantezza.
Molto usato in epoca medievale miscelato ad altre spezie, attualmente è difficile trovare il pepe lungo menzionato nei ricettari europei. Tuttavia è possibile trovarlo citato come ingrediente in alcuni piatti indiani e nepalesi a base di sottaceti o in alcune miscele di spezie usate in Nodr Africa o in Malaysia.
Se vuoi provarlo, conviene recarsi a chiedere nei negozi alimentari indiani: qui potresti trovarlo etichettato come pippali (spezia principale del Nihari, un piatto nazionale del Pakistan e dalla città indiana di Lucknow).
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