L’olivo e l’olio, tra storia e tradizione attraverso i secoli
L’olivo, da cui si ricava l’olio, è la pianta che più di tutte nel nostro immaginario richiama il concetto di pace. Nel patrimonio mitico di antichi popoli del mediterraneo, Greci, Ebrei, Egizi, questa pianta fu tanto importante da considerarsi un dono degli dei agli uomini. Questo albero da frutti, probabilmente originario dell’Asia minore, fu una fonte molto preziosa per l’uomo, fin dai primi secoli della storia della civiltà. Sia per i suoi frutti, da cui è possibile ricavare l’olio, sia per le sue ricche caratteristiche botaniche.
Gli Egizi sono una civiltà molto antica, che può vantare millenni di storia. I Greci guardarono a questo popolo sempre con un grande senso di ammirazione, proprio perché percepivano quanto fossero profonde, attraverso il tempo, le radici della loro cultura. L’olivo ha assunto un significato molto particolare anche presso di loro. Secondo il mito fu Iside, la dea Luna, sorella e sposa di Osiride, il dio Sole, a donare agli uomini la capacità di estrarre l’olio dalle olive. Per perpetuare questa unione, le foglie dell’ulivo sono argentee, proprio come la luna. Mentre l’olio è di colore giallo o oro, come il sole appunto.
Da questa leggenda nasce il nome Isidoro , che significa “dono di Iside”. Questo nome si è diffuso anche nella cultura Cristiana, nonostante la provenienza fosse pagana. Presso i Greci, invece, divenne protagonista di un mito molto importante, che ha come protagonista la città di Atene. Ci fu una contesa per il predominio di Atene, dunque dell’Attica, tra Atena e Poseidone. Zeus decise di sciogliere la contesa tra le due divinità invitandoli a creare qualcosa per la città.
Poseidone creò il Cavallo, un animale che gli uomini avrebbero potuto utilizzare in numerosi modi. Mentre, Atena, fece sorgere un Olivo, i suoi frutti sarebbero stati in grado di curare ferite, offrire nutrimento, forza e salute. Inutile dire che Atena vinse la contesa con il Dio del Mare.