Leggende e miti sulle castagne, il magico frutto autunnale
Ci sono tantissimi miti e leggende collegati alle castagne. Così come credenze popolari. Per esempio le nostre nonne ci raccontavano che se si tiene in tasca una castagna matta (quelle non commestibili, il frutto dell’ippocastano), ecco che non ci verrà il raffreddore. Ma ci sono anche leggende più articolate inerenti questo frutto autunnale dal sapore dolcissimo (chi come me fa il conto alla rovescia per le caldarroste?).
Le magiche leggende sulle castagne
La prima leggenda che vogliamo raccontarvi è quella di Dio, il diavolo e le castagne. Gli abitanti di un piccolo paesino di montagna erano così poveri da non avere nulla da mangiare, motivo per cui pregavano Dio tutti i giorni per dar loro qualcosa di cui nutrirsi. Così Dio venne mosso a compassione e regalò loro l’albero di castagno, da cui raccogliere le castagne.
Solo che nella faccenda mise il suo zampino il diavolo che decise di chiudere le castagne nei ricci spinosi in modo da impedire agli uomini di raccoglierle. Così gli abitanti del paesino pregarono di nuovo Dio il quale scese dal Paradiso e fece il segno della croce rivolto verso le castagne: i ricci si aprirono e le castagne caddero fuori.
Per questo motivo in autunno i ricci delle castagne si aprono a croce, dandoci la possibilità di raccogliere le castagne. Una versione similare racconta che fu Sant’Ubaldo a pregare Dio per conto degli abitanti poveri e affamati di una città affinché desse loro del cibo. E dall’albero sotto il quale stava pregando, ecco che caddero delle castagne.
La seconda leggenda parla delle castagne e dei ricci. Sempre in montagna viveva una famiglia di ricci, accanto a un albero pieno di castagne. Ogni giorno degli scoiattoli andavano sull’albero e si mangiavano le castagne. Un giorno la famiglia di ricci sentì un lamento. Avvicinandosi all’albero scoprirono che erano le castagne a lamentarsi, stanche si essere mangiate dagli scoiattoli.
I ricci trovarono però una soluzione: quando fossero arrivati gli scoiattoli, le castagne si sarebbe nascoste nei ricci. Detto fatto: le castagne erano salve dalla fame degli scoiattoli. E da allora, ancora oggi, si proteggono nascondendosi nei ricci (vegetali, però).
La terza leggenda è quella delle castagne e della Fata Verde (che non è la stessa Fata delle leggende sulla lavanda). Nei tempi passati il castagno era un albero triste in quanto non aveva frutti da regalare ai bambini. Così chiese alla Fata Verde di poter avere anche lui dei frutti. La Fata gli promise che li avrebbe avuti l’anno successivo. Poco tempo dopo, però, il castagno compì un bel gesto: fece nascondere fra i suoi alberi una famiglia di ricci che scappava da un branco di cani.
La Fata Verde, saputa la cosa, tornò dal castagno e decise di ricompensarlo dandogli subito dei frutti protetti da ricci verdi.
Una leggenda un po’ più macabra racconta che tempo fa le castagne non avevano ricci e stavano appese ai rami come le mele. Solo che avevano freddo e chiesero consiglio a un castagno antico. Il quale gli disse che avrebbero dovuto chiamare i ricci del bosco, dicendo loro di portare i compagni morti. Così avvenne e le castagne poterono avvolgersi nella pelliccia spinosa dei ricci morti.
Un’altra leggenda parla di una famiglia povera di Sant’Antonio, in Val Masino. Non avendo di che sfamarsi, la madre mise delle pietre in una pentola piena d’acqua facendo finta che fossero castagne. Ogni sera, poi, per distrarre i figli dal chiederle cibo, raccontava loro una storia strana. Ma la fame era tanta e i bambini a un certo punto chiesero se le castagne fossero finalmente cotte. Così alla donna non restò che confessare l’inganno ai figli, ma magia: quando prese la pentola per fare vedere i sassi ai bambini ecco che quelli si erano trasformati in castagne.