Le coste di rabarbaro, cosa dovremmo sapere su questi ortaggi dai colori sgargianti
La pianta del rabarbaro, i cui colori vivaci saltano subito all’occhio, proviene dalla Cina e dal Tibet e ha un’interessante storia da raccontare. L’unica parte commestibile sono le sue coste color rosso sgargiante. In antichità le popolazioni asiatiche sfruttavano il rabarbaro per via delle sue proprietà medicinali.
Si hanno testimonianze delle prime coltivazioni del rabarbaro già dal 2700 a. C., quando questo ortaggio era un “must” sulle tavole delle popolazioni mongole. Oggi non gode di gran popolarità, specialmente sul territorio italiano. Questo costituisce un vero e proprio spreco perché le coste di rabarbaro sono gradevoli al palato oltre che altamente benefiche. Non sono facili da reperire ma nulla è impossibile: se si desidera iniziare a coltivare una piantina è necessario recarsi in negozi specializzati.
Questi gambi scarlatti possono essere consumati sia crudi che cotti. Hanno un gusto amaro e sono molto apprezzati da chi ama ritrovare questo tipo sapore negli ortaggi. Gli esemplari più verdi sono quelli dalle note più amarognole mentre quelli rossi sono più dolci. Per coltivare il rabarbaro bisogna tenere a mente che è una pianta che necessita di continua idratazione e di crescere in un terreno non “carico” e lavorato a fondo. Il pro? Resiste perfettamente alle gelate e quindi non teme i climi rigidi. Possiamo vederlo al massimo del suo splendore nei mesi primaverili, specialmente in pieno aprile.
Una volta raccolte le sue coste vanno conservate in un ambiente asciutto e alla larga da sorgenti luminose. Anche le sue radici possono essere raccolte ed utilizzate, pur non essendo edibili. Possiamo infatti lasciarle essiccare e sfruttarle per preparare amari o per aromatizzare le marmellate. Con i gambi rossi invece che cosa si può preparare? Sia piatti dolci che salati. In Inghilterra sono usati specialmente nel campo della pasticceria. Si prestano perfettamente alla preparazione di crumble, crostate, torte e confetture.