Lavanga: consigli su come coltivare i chiodi di garofano

Probabilmente a molti il termine lavanga non dirà nulla. Ma se vi diciamo chiodi di garofano? Ebbene sì: lavanga non è niente altro che il nome ayurvedico dei chiodi di garofano, una spezia che usiamo tantissimo in cucina (e non solo). Se volete provare a coltivare il Syzygium aromaticum nel vostro giardino (questo il nome scientifico della pianta), ecco qualche consiglio da cui partire.

Come coltivare la lavanga o chiodi di garofano?

lavanga

I chiodi di garofano non niente altro che i boccioli dei fiori del Syzygium aromaticum (o Caryophyllus aromaticus o Eugenia caryophyllata), raccolti ed essiccati. Come pianta, parliamo di una pianta sempreverde della famiglia delle Myrtaceae potenzialmente di dimensioni notevoli visto che può raggiungere i 15 metri di altezza.

Le foglie sono ovalari, rosse quelle giovani e verde scuro quelle più mature. Anche le foglie sono ricche di oli essenziali. I fiori a pannocchia hanno un colore giallo pallido.

Come principi attivi, è ricca di triterpeni, eugenina e acido crategolico. Inoltre della pianta si usa un po’ tutto: gemme, fiori, foglie e frutti.

Molto noto l’uso in cucina dei chiodi di garofano, qui ricordiamo solo che in Ayurveda il lavanga è usato contro la dispepsia e le gastriti. Inoltre gli oli essenziali si utilizzano anche in caso di gengiviti, in virtù dell’azione analgesica, contro la tosse e il raffreddore.

Nel caso abbiate deciso di coltivarla in casa, ricordatevi che è originaria di zone come la Tanzania, l’Indonesia, Zanzibar, il Madagascar e il Brasile. Questo vuol dire che qui da noi in Italia può crescere all’aperto in giardino solamente nelle zone più calde del sud Italia. In tutto il resto della penisola è d’obbligo la coltivazione in vaso.

Come pianta, patisce tantissimo il freddo: temperature già al di sotto degli 8 gradi sono fatali. Per questo motivo da ottobre fino ad aprile è meglio tenere la pianta in casa, in una serra o in una veranda, non sul balcone.

Predilige l’ombra più che il sole e ha bisogno di un terriccio leggermente acido, umido, ma ben drenato, senza ristagni di acqua. Le innaffiature devono essere regolari quando fa caldo, leggermente diminuite quando fa freddo.

In primvavera e autunno bisogna concimarla usando prodotti granulari per piante acidofile. Nei vivai che si occupano di piante tropicali trovate piantine nate da semi, ma occhio: ci mettono almeno cinque anni prima di riuscire a fiorire.

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