Giglio di mare: ecco come riconoscere il fiore che potresti incontrare durante le passeggiate nelle spiagge

Il giglio di mare (Pancratium maritimum) è una pianta rara che cresce sulle nostre spiagge sabbiose. Molti altri nomi popolari gli sono stati attribuiti, come ad esempio giglio stella, narciso marino o corona del re. Appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, come il narciso e il bucaneve gigante, e nasce spontaneamente lungo i litorali del Mar Tirreno, Mar Adriatico, Mar Mediterraneo e Mar Nero. Il suo habitat sono le dune costiere. A causa del crescente sfruttamento delle coste a scopi balneari, è sempre meno diffuso, tanto da essere considerato specie protetta in alcune regioni d’Italia (Lazio, Basilicata, Campania, Molise), in cui è proibita la raccolta dei fiori e dei bulbi.

Giglio di mare

Un’antica leggenda della mitologia greca vuole che la dea Era, mentre addormentata allattava il figlio Eracle, a causa della sua voracità venne morsa e perse delle gocce di latte. Alcune andarono a formare la Via Lattea mentre altre, cadendo a terra, diedero vita ai gigli di mare.

Caratteristiche per riconoscere il giglio di mare e curiosità

Si tratta di una pianta perenne bulbosa. Durante la fase di riposo completo, perde tutta la parte che cresce sopra il terreno, quindi fusto e foglie. In questo modo riesce a resistere al freddo e agli agenti atmosferici invernali. La pianta all’esterno si sviluppa orizzontalmente ed assume la forma di un cespo. Per ogni cespo crescono da 3 a 15 fiori, riuniti in infiorescenze a ombrella e lunghi 15 cm. Sono fiori bellissimi, a forma di stella e di colore bianco, che emanano un intenso profumo, percepibile soprattutto nelle notti d’estate senza vento. Sbocciano durante l’estate, a partire da luglio, durando in alcuni casi anche fino ad ottobre. L’impollinazione è entomofila, cioè a carico degli insetti, ovvero gli sfingidi.

Pancratium maritimum

Il frutto è una capsula inizialmente di colore verde, che poi diventa marrone verso settembre. Essa contiene diversi semi neri. Ogni seme è ricoperto da uno strato sugheroso, che serve a favorire il galleggiamento in caso di dispersione in acqua. Le onde delle mareggiate, infatti, possono raggiungere le dune dove crescono i gigli, e raccolgono i semi disperdendoli, attraverso le correnti, in altri punti della costa. Questa tipologia di dispersione dei semi è chiamata “idrocora”, non è molto diffusa ma è tipica ad esempio delle noci di cocco.

Giglio di mare

È possibile coltivare il giglio di mare, ma bisogna ricordate che necessita di terreni sabbiosi e in grado di drenare perfettamente l’acqua, oltre che un clima caldo e soleggiato.

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