Garambullo, da un cactus del deserto messicano il frutto che non ti aspetti
Avete mai sentito parlare del garambullo? Il suo nome scientifico è Myrtillocactus geometrizans ed è un cactus appartenente al genere Mirtillocactus originario dei deserti del Messico. Con il medesimo nome, poi, si definisce anche il frutto di questa succulenta, del tutto commestibile e che assomiglia esternamente al mirtillo (da qui il nome).
Tutto quello che volevate sapere sul garambullo
Il garambullo è una pianta succulenta, un cactus arbustivo per la precisione, con ramificazioni a candelabro e che troviamo ad alta quota. Alto anche 8 metri, presenta affilate spine di colore grigio. Produce dei bei fiori di colore bianco-crema (alcune varietà hanno sfumature verdastre o violacee) da cui deriva il frutto, sempre chiamato garambullo, una bacca commestibile di colore viola scuro e grande 1-2 cm di diametro.
Come pianta, cresce molto rapidamente (pe questo motivo spesso è usato come materiale di base per gli innesti). Estremamente adattabile a diversi climi, questo cactus tende a limitare l’erosione del suolo e filtra l’acqua piovana. Per quanto riguarda il frutto, è piccolo e di sapore dolce.
A livello alimentare, si usa in vari modi:
- consumato fresco, ha un sapore molto dolce
- acque aromatizzate
- confetture
- liquori
- composte
- gelato
Inoltre dal frutto disidratato è possibile ottenere dei pigmenti. Tecnicamente lo si può coltivare partendo dai semi (una volta raccolti durano 10 mesi), ma in realtà non c’è una produzione su grande scala. Più che altro lo si raccoglie localmente per uso personale. Anche nei mercati rionali di zona è difficile da trovare. E quando lo si trova, solitamente i rivenditori ne hanno pochissimo a disposizione.
Il tronco, invece, una volta essiccato, è usato anche al posto della legna da ardere. Ma sempre tutto a livello individuale, non vi aspettate di andare in Messico e trovare piantagioni di garambullo. Al massimo potrete imbattervi in zone desertiche o montane dove cresce allo stato spontaneo.