Finocchio e finocchietto: la grande versatilità di questo vegetale
Il finocchio è un ortaggio che permette di utilizzare ogni sua parte e ognuna di queste ha delle caratteristiche specifiche e di conseguenza un uso proprio. Bisogna tenere a mente che esiste la versione da orto e la versione selvatica: il finocchio e il finocchietto. Gli usi sono tantissimi, dalle tisane ai liquori, dai contorni ai dolci, ma anche aroma di carni, pesce o primi piatti. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Il finocchio è una verdura di colore bianco con i ciuffi verdi. Si può mangiare crudo oppure cotto in diversi modi. Il finocchietto invece è la versione selvatica, ha un profumo intenso e racchiude innumerevoli proprietà. La pianta, Foeniculum vulgare, è la stessa e varia a seconda che sia coltivata oppure spontanea.
La sua origine è molto antica e associabile all’Asia Minore. Ebbe una diffusione nell’area mediterranea. Ad oggi le zone che presentano la maggior produzione di finocchio sono India, Egitto, Indonesia, Pakistan, Cina e Argentina. Il finocchietto, definito anche in altri modi come finocchio amaro o finocchietto selvatico, cresce in natura in particolare in ambienti aridi e assolati, ai bordi dei muri ben esposti al sole e lungo sentieri.
Il finocchietto selvatico è caratterizzato da tantissimi benefici, utili per diversi tipi di problemi quali i disturbi digestivi, il colon irritabile; può essere usato come epatoprotettore, ha proprietà diuretiche e antinfiammatorie, ha un effetto equilibrante sui livelli ormonali femminili. Allo stesso tempo però può avere un’importante controindicazione: presenta, anche se in quantità minime, l’estragolo cioè una sostanza che è stata definita cancerogena dall’INRAN (Istituto Nazionale Ricerca Assunzione Nutrienti). Si può stare relativamente tranquilli perché per avere delle conseguenze negative, bisogna consumarlo in eccesso.
Il finocchietto trova largo impiego sia nel mondo dell’erboristeria, sia in cucina. Si può utilizzare in pasticceria, per realizzare liquori, per aromatizzare salumi, nell’impasto di pani e lievitati o sui taralli. Invece il finocchio dolce viene usato prevalentemente come ingrediente portante ed è anch’esso altamente versatile. Si utilizza prevalentemente la parte centrale bianca e tenera, eliminando le parti più esterne e dure. In realtà si potrebbero usare tutte le parti del finocchio.