Filadelfo o Fiore dell’angelo, i trucchi per prendersene cura di questa pianta stupenda

Col nome Filadelfo si indicano tutte le specie appartenenti al genere Philadelphus. Il rappresentante più conosciuto è il Philadelphus coronarius. Il nome ha origini greche ed è formato da phileo, cioè “amare, voler bene” e adelphos, che sta per “fratello”. Nell’insieme il significato è “che sente l’amore fraterno“. La spiegazione potrebbe essere legata al fatto che gli stami sono numerosi e ravvicinati tra loro, o alla tendenza ad intrecciarsi dei rami. Per questo motivo la pianta simboleggia la profondità e la genuinità dell’affetto fraterno. Secondo alcune usanze il Filadelfo si regala alle persone care quando vogliamo rimanere impressi nella loro memoria e mantenere la nostra presenza vivida nei loro ricordi.

Filadelfo

Caratteristiche e consigli per la coltivazione del Filadelfo

Il Filadelfo è originario di zone temperate e in particolare dell’Europa meridionale. È una pianta arbustiva che può raggiunge un’altezza di 5 metri. La corteccia che ricopre il fusto tende a sfilacciarsi. Le foglie hanno forma ovata e sono decidue. Il periodo della fioritura è compreso tra maggio e giugno. I fiori possono essere solitari oppure raccolti in infiorescenze cimose, a recemo o a pannocchie e sono prevalentemente bianchi. Altri nomi con cui questa pianta è conosciuta sono Fiore dell’angelo, Gelsomino della Madonna e Fior d’arancio, per il profumo intenso e agrumato. È nota per essere nettarifera e pollinifera, motivo per cui attira un gran numero di insetti impollinatori.

Fiore dell'angelo

Sono piante molto resistenti, tanto da riuscire a tollerare temperature molto basse, fino a -20° C. Prediligono posizioni semi-ombreggiate ma tollerano bene anche il sole, e si adattano a qualsiasi tipo di terreno, sebbene il terreno ideale sia calcareo o leggermente alcalino. L’unico aspetto su cui non si può chiudere un occhio è il drenaggio, per questo si può aggiungere uno strato di argilla espansa sul fondo del vaso o della buca in cui interreremo la pianta in giardino. Se piantata in vaso, le innaffiature devono essere abbastanza frequenti ma modeste, e il terreno tra un’innaffiatura e l’altra deve avere il tempo di asciugarsi. Se piantata al suolo, l’acqua piovana sarà generalmente sufficiente a soddisfare il fabbisogno idrico della pianta.

Gelsomino della Madonna

Verso la fine dell’inverno si può procedere con la concimazione tramite stallatico o cornunghia. Se la pianta lo richiede, si può fare un ulteriore ciclo di concimazione dopo la fioritura estiva. I fiori tendono a nascere sugli stessi rami dell’anno precedente, per cui, al termine della fioritura, si recidono i rami sfioriti per stimolare la crescita di nuovi rami.

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