Fibra di cocco, cos’è e perché la usiamo nel giardinaggio
Quando parliamo di giardinaggio, talvolta citiamo la fibra di cocco. Non tutti conoscono questo substrato, ma sarebbe meglio cominciare a usarlo di più visto che è un substrato comodo e pratico. Questo perché è molto leggera, areata e drenante, con un pH stabile e un’ottima capacità di trattenere l’umidità (il che vuol dire che dovremo innaffiare di meno le nostre piante). E come valore aggiunto c’è anche il fatto che è del tutto ecologica, naturale e riciclabile.
Come usare la fibra di cocco per le nostre piante?
Per sua stessa natura, la fibra del cocco non ha molte sostanze nutritive che andranno a nutrire le piante. Il che vuol dire che quando la usiamo come substrato dovremo subito innaffiare e utilizzare fertilizzanti specifici per le colture idroponiche. Inoltre è bene utilizzare anche dei prodotto per rallentare la decomposizione dei materiali organici aggiunti.
Quasi tutta la fibra di cocco usata nel giardinaggio arriva dal Bangladesh, ma in commercio ne trovate di diversi tipi. Fra i più diffusi e usati abbiamo:
- cocco sfuso: le fibre sono vendute sfuse in sacchi. La fibra di cocco è lavata, sottoposta a un ciclo di vapore e poi conservata. Questo tipo di fibra di solito garantisce nutrienti per le piante per una sola settimana
- cocco pressato: questa volta la fibra deriva dalla macerazione in acqua del mesocarpo delle noci di cocco, la loro parte più esterna. Dopo la macerazione, ecco che viene pressato
- lastre di cocco: anche in questo caso assistiamo alla macerazione in acqua del mesocarpo delle noci di cocco. Qui però viene aggiunta anche una parte del midollo del frutto, in modo che la fibra rimanga un po’ più umida e sia più facile da lavorare
Ma come si usano? Partiamo dal cocco sfuso in sacchi. Tutto quello che dovrete fare è mescolarla con l’argilla espansa o con la perlite. In questo modo renderete il substrato più drenante, garantirete una maggior conservazione dell’umidità e migliorerete l’ossigenazione del terreno.
In generale i prodotti che trovate in commercio hanno un pH stabile e possono essere riutilizzati più volte, dopo un lavaggio.
Per quanto riguarda il cocco pressato, il suo uso è leggermente diverso. Per preparare il substrato, infatti, dovrete riempire dei secchi di acqua. Poi dovrete aggiungere un fertilizzante adatto alle piante e alla fase di crescita, dipende se per la coltivazione in cocco o per la coltivazione con tecniche idroponiche.
Dovrete poi controllare il pH, assicurandovi che sia compreso fra 5,8 e 6,3. Se così non è, dovrete correggerlo. Immergete ora un blocco per secchio e lasciatelo in ammollo per 24 ore.
Nel frattempo mettete nei vostri vasi (meglio se quadrati vista la forma del cocco pressato) uno strato di 2 cm di argilla espansa. Su di essa andrete poi ad appoggiare il blocco di cocco pressato. I semi potranno germinare direttamente sul blocco. Ricordatevi solo di innaffiare quando la parte superiore del blocco è asciutta.
Infine abbiamo le lastre di cocco. In questo caso non dovrete aprire la confezione, bensì fare dei fori sulla confezione di plastica. Dopo aver scosso la lastra, dovrete inserirla nei vasi. Dopo aver controllato che il numero dei fori sotto la confezione sia sufficiente (non devono essere troppo grandi per evitare che il materiale esca), ecco che dovrete applicare del fertilizzante apposito per cocco o per colture idroponiche.
Adesso create dei fori più grandi sulla superficie della confezione in modo da inserirvi le piantine già germogliate. Irrigate bene le piantine con acqua e fertilizzanti. Aspettate che queste siano ben radicate e poi aumentate la dose di fertilizzante.