Drosera capensis, la pianta carnivora coi tentacoli
La Drosera capensis è una pianta carnivora endemica della regione di Città del Capo, in Sudafrica. Ciò significa che cresce solo ed esclusivamente in quella zona e non si trova in natura in altre parti del mondo. Si è diffusa grazie alla facilità di coltivazione e alla grande produzione di semi. Scopriamo le sue caratteristiche.
Morfologia e meccanismo di cattura
La Drosera raggiunge un’altezza di circa 30 cm. Il fusto nel corso del tempo tende a volte a diventare legnoso. Le foglie sono lunghe e sottili e crescono a rosetta. Nella parte terminale sono ricoperte di piccoli tentacoli rossi, che alle estremità presentano una sostanza appiccicosa come colla. Il meccanismo di cattura delle prede funziona proprio per mezzo di questi tentacoli: l’insetto viene attratto dal colore e grazie alla sostanza collosa rimane invischiato senza possibilità di fuga. A questo punto il tentacolo risponde allo stimolo tattile (tigmotropismo) e si arrotola avvolgendo l’insetto.
Con questo movimento tutte le ghiandole digestive, che si trovano al centro della foglia, entrano a contatto con la preda e inizia la digestione. Se la preda è piccola, come moscerini o zanzare, al termine del processo digestivo la foglia si srotola. Se la preda è di grandi dimensioni, la foglia si secca e viene sostituita da una nuova. La pianta mantiene solitamente le foglie morte nella stagione precedente.
In primavera la pianta produce un’infiorescenza a spiga che raggruppa tanti fiori rosa-violacei, su uno stelo alto 30 cm. I fiori sono autoimpollinanti, cioè il polline che produce il fiore è compatibile con il suo stesso ovulo, per via di questa caratteristica la pianta si definisce autofertile.
Come prendersi cura della Drosera capensis
In natura il suo habitat è rappresentato da aree paludose e ricche di torba, quindi povere di nutrienti ma con una grande abbondanza di insetti. Il terreno ideale è dunque acido, con pH tra 3 e 5.5, costituito da torba e perlite o sabbia di quarzo inerte. Ha bisogno di una discreta dose di umidità, quindi si deve lasciare qualche centrimetro di acqua piovana o distillata nel sottovaso. Necessita di alcune ore di sole diretto durante la giornata, anche durante l’estate. Ha un’ottima resistenza al freddo e alle temperature invernali, anche se riposta all’esterno.
Durante l’inverno attraversa una fase di riposo: in questo periodo si può lasciare all’aperto umidificando costantemente il terreno, oppure collocare in un luogo chiuso a una temperatura compresa tra i 5° e i 10° C. Nel primo caso la pianta perderà la parte aerea, che ricrescerà con l’arrivo dei primi caldi. Il rischio di essere attaccata da parassiti o di contrarre malattie è veramente minimo, si tratta di una pianta estremamente resistente. La facilità di coltivazione la rende adatta anche ai non esperti.