Dovete trapiantare un cactus, ma non sapete come fare – provate così
Ebbene sì: dobbiamo anche trapiantare i cactus. Pensavate di aver finito con i trapianti quando avete cambiato di vaso la Monstera e la Sansevieria? E invece no, adesso vi tocca anche rinvasare il cactus. La buona notizia è che, essendo solitamente queste piante succulente a bassa manutenzione, non dovrete farlo troppo spesso. La brutta notizia è che i cactus, quelli propriamente detti, hanno le spine. Il che vuol dire che dobbiamo sapere come maneggiarli correttamente onde evitare di trasformarci in involontari porcospini.
Come trapiantare il cactus?
Giustamente vi starete chiedendo perché mai urge la necessità di trapiantare un cactus. Beh, solitamente questo dovrete farlo quando sarete riusciti a far sopravvivere il cactus per almeno 2-4 anni. Questo perché, trascorso questo lasso di tempo, ecco che le radici potrebbero crescere a tal punto da sporgere dai fori di drenaggio (perché vi eravate assicurati che il vaso avesse dei fori di drenaggio, vero? Vi ricordate che i cactus non tollerano i ristagni idrici e marciscono in un lampo).
Ecco: se le radici sporgono, trapiantare il cactus diventa una necessità. Il problema è riuscire a eseguire tale manovra senza danneggiare le radici e senza ferirsi le mani. Questo perché le ferite da spine di cactus tendono a essere spiacevolmente dolorose, oltre a rischiare di infettarsi e infiammarsi.
Detto questo, ecco che dovrete iniziare, come prima cosa, ad allentare il terreno. Non scordatevi del terreno lungo il bordo interno. A questo punto, non solo dovrete indossare gli appositi guanti da giardinaggio protettivi (e con i cactus più sono spessi e meglio è, anche se inevitabilmente perderete un po’ di manualità), ma dovrete anche ricoprire il cactus con diversi fogli di giornali o con uno strofinaccio bello spesso.
Ora dovrete sollevare piano piano il cactus, facendo in modo di non distruggere le radici. Quando il cactus è fuori dal terreno, scuotete per bene la zolla della radice. Cogliete anche l’occasione per controllare le radici e ripulirle, eliminando quelle morte, marce o aggredite da funghi, batteri o parassiti. Se necessario, spruzzate sulle radici eventuali rimedi naturali contro funghi e parassiti.
Ora dovrete trasferire il cactus nel nuovo vaso. Meglio usarne uno di terracotta in quanto proteggono le succulente dall’umidità in eccesso. Ovviamente il vaso dovrà essere più grande e avere dei fori di drenaggio per evitare ristagni idrici che portano al marciume radicale.
Inserite il cactus nel vaso e rabboccate con terriccio pulito e nutriente. Durante tutta la manovra non toglietevi i guanti e lasciate lo strofinaccio spesso sul cactus. A differenza di altre piante, dopo il rinvaso il cactus non va innaffiato. Attendete una settimana, se necessario.
Cercate anche di scegliere il periodo giusto. Solitamente si preferisce trapiantarli a inizio o metà primavera, dunque durante la fase di crescita attiva. Evitate, invece, l’inverno quando la pianta è in fase di quiescenza. Non avrebbe le energie necessarie per sopravvivere a un trapianto.