Da un antico passato fino ad oggi: parliamo della storia della canapa
La canapa è un esemplare appartenente alla famiglia delle Cannabacee e che affonda le proprie radici in Asia centrale. L’unica specie attualmente riconosciuta attualmente è la Cannabis sativa. Scopriamo insieme l’affascinante storia di questa pianta millenaria e l’uso che se ne faceva in passato.
La canapa viene ormai coltivata da circa 10000 anni. I primi che iniziarono a prendersene cura furono i Mongoli, i Tartari, i Giapponesi e i Cinesi. In Giappone in particolare le fibre della canapa trovavano largo impiego nel campo tessile. In realtà si trattava di un esemplare decisamente versatile, che si poteva utilizzare sia come ingrediente in cucina che come medicinale. Per molte generazioni i suoi fiori e i suoi semi sono stati usati per trattare numerose condizioni patologiche. Grazie agli spostamenti delle tribù nomadi la canapa si è diffusa nel corso degli anni in moltissime zone, compresa la penisola italica. Plinio il Vecchio, uno scrittore latino del primo secolo d.C. menziona le proprietà terapeutiche dell’erba.
In passato in Italia, specialmente all’interno delle Repubbliche Marinare come la Serenissima, si utilizzava la canapa principalmente per costruire le corde e le vele delle navi da guerra. Anche mappe e numerosissimi documenti furono realizzati grazie all’utilizzo delle resistenti fibre di questa pianta. La coltivazione della pianta in America risale invece al 1700. Una delle prime testimonianze in proposito è stata rinvenuta nel diario di George Washington: risulta che egli personalmente coltivasse numerose piante di canapa.
Per quanto riguarda le sue proprietà psicotrope sappiamo che erano note già alle antiche popolazioni dell’India e del Nepal. A partire dal 1800 in Europa la canapa venne utilizzata principalmente nel campo della psichiatria per via dei suoi effetti sedativi. Ad oggi la produzione di canapa è attiva in diverse parti del mondo principalmente per la sua capacità di apportare benefici all’ecosistema.