Cultivar e varietà non sono la stessa cosa: le differenze

Ammettiamo che pure noi, spesso, usiamo i termini di cultivar e varietà come se fossero dei sinonimi. Tuttavia, se andiamo a guardare bene, non sono proprio esattamente la stessa cosa. Ma quali sono le principali differenze?

Differenze fra cultivar e varietà

cultivar varietà

Nella tassonomia, quando una pianta è identificata per genere e specie, ecco che può essere ulteriormente definita come cultivar o varietà. In entrambi i casi, sia cultivar che varietà rappresentano una deviazione rispetto allo standard di razza per quanto riguarda dimensioni della pianta o del fiore, colori, fragranza, tipo di foglia o altre caratteristiche.

fiori autunnali da balcone

Tuttavia varietà e cultivar non sono la stessa cosa. Ecco le differenze:

  • cultivar: questo termine è l’abbreviazione di varietà coltivata e indica una pianta propagata tramite intervento umano per sviluppare una precisa caratteristica desiderabile, garantendo che tutte le piante di quel cultivar mantengano invariate le caratteristiche della pianta madre. Solitamente i cultivar sono creati patendo da talee, innesti, colture tissutali o impollinazione incrociata. Spesso la coltivazione di una cultivar inizia con l’impollinazione incrociata di due piante madri autoimpollinati, un processo noto come ibridazione (a volte ci vanno anni solo per superare tale fase). Una volta ottenuto l’ibrido con le caratteristiche volute, ecco che è identificato come cultivar. Per mantenere intatte tali caratteristiche, la cultivar può essere propagata solo tramite talee, innesti o colture tissutali. Se si parte dai semi, infatti, si ottiene solitamente una pianta che ritorna indietro alle caratteristiche dei genitori o si ottiene qualcosa di totalmente diverso da quello voluto. Per indicare una cultivar, solitamente ecco che si indica prima il nome scientifico completo della pianta seguito dal nome della cultivar fra virgolette. Per esempio, la Rudbeckia hirta “Denver Daisy” indica che la Denver Daisy è una cultivar della Rudbckia hirta. Attenzione: spesso le cultivar sono sottoposte a brevetti ed è illegale riprodurre cultivar brevettate anche se si è giardinieri amatoriali e lo si fa nel proprio giardino
  • varietà: la varietà, invece, cresce e si riproduce naturalmente, senza intervento dell’uomo. Solitamente si tratta di adattamenti frutto dell’impollinazione incrociata. Le piante che crescono da semi di una determinata varietà sono spesso copie esatte della pianta madre. Per indicare una varietà, solitamente, si fa seguire al nome scientifico la parola var. seguita dal nome della varietà. Per esempio, l’acero giapponese viola, che è una varietà dell’acero giapponese, è indicato come Acer palmatum var. atropupureum

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