Cubeb: tutto quello che volevi sapere sulla spezia nota come pepe di Giava
Fra le numerose spezie non molto diffuse qui da noi, figura anche il cubeb. Noto anche come cubebe, si tratta niente meno che del pepe di Giava, derivante da una pianta che è assai diffusa nel sud-est asiatico. Anche se non molto noto qui in Italia, ecco che il cubeb trova diversi usi in cucina. Andiamo a scoprire come possiamo usarlo.
Come usare il cubeb in cucina?
Il cubebe o cuebebe o pepe di Giava deriva da una pianta appartenente alla famiglia delle Piperaceae, la Piper cubeba, diffusa in Vietnam, Malesia, Myanmar e anche nell’arcipelago della Sonda. Si tratta di una pianta rampicante che raggiunge tranquillamente i 6 metri di altezza. Le foglie sono ovalari e allungate, molto coriacee e di colore verde scuro. I fiori sono raggruppati a infiorescenze e il frutto è una drupa che assomiglia molto alle drupe del classico pepe nero.
Tutto il pericarpo del frutto, una volta essiccato, è grinzoso, mentre il seme interno è bianco e oleoso visto che contiene parecchi oli essenziali. Il suo aspetto è molto simile a quello del pepe nero, è facile confonderli e per tale motivo è anche stato chiamato pepe grigio.
Solitamente la pianta è coltivata a scopo alimentare: dai suoi frutti essiccati, infatti, si ricava il pepe di Giava usato come spezia in cucina e per via dei suoi oli essenziali (fra cui ricordiamo cubebina, cubebene, acido cubebico, sesquiterpeni e anche monoterpeni come il sabinene e il carene).
Nella medicina popolare locale, il cubeb era usato per la cura dell’asma, delle riniti allergiche e anche delle faringiti.
Per quanto riguarda l’uso del pepe di Giava in cucina, invece, bisogna ricordarsi che il suo odore è abbastanza gradevole e aromatico, con un gusto che ricorda un po’ quello del pimento, ma con note sensibilmente più amare. Era molto usato nella cucina del Medioevo, quindi alcune ricette risalgono a quell’epoca. Per esempio, era molto usato nelle salse e nelle ricette a base di carne.
Talvolta candito insieme a zucchero o glassa di tamarindo, ecco che nella cucina marocchina lo si trova molto spesso in pasticceria. Inoltre fa anche parte degli ingredienti del ras al hanout. In Polonia lo possiamo trovare nell’Ocet Kubebowy, un condimento formato per l’appunto da cubebe, aceto, cumino e aglio, mentre in Indonesia è spesso usato per preparare il masala.