Come riconoscere l’edera velenosa e cosa fare se la tocchiamo accidentalmente

Fra le piante a cui dobbiamo prestare attenzione durante le nostre passeggiate c’è l’edera velenosa. La Toxicodendron radicans è una pianta appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae che, se toccata anche accidentalmente, può causare dermatiti e lesioni cutanee dolorose e fastidiose Ecco perché è bene imparare a conoscerla e a evitarla.

Tutto quello che c’è da sapere sull’edera velenosa

edera velenosa
Crediti foto: @Chris Light, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

L’edera velenosa può avere un aspetto variabile. Anche se si chiama edera, in realtà non fa parte della vera famiglia Hedera. Il nome deriva dal fatto che, visto che è un arbusto rampicante, ecco che ha preso il nomignolo di edera, pur non essendolo.

Tipicamente le foglie sono raggruppate a tre. Le foglie possono essere appuntite o di foglia irregolare, con bordi seghettati. Il colore cambia a seconda della stagione: da verdi, infatti, diventano rosse in primavera o autunno.

L’edera velenosa più comune è la Toxicodendron radicans, ma anche altre specie possono causare reazioni cutanee. Per esempio, abbiamo la Toxicodendron diversilobum o quercia velenosa del Pacifico. Nonostante il nome, non è affatto una quercia e ha foglie raggruppate a tre con margini arrotondati. C’è poi la Toxicodendron pubescens, la quercia velenosa dell’Atlantico, dotata di bacche con lieve peluria.

Ci sarebbe poi anche il Toxicodendron vernix o sommacco velenoso: ama i terreni umidi e paludosi, ha foglie allungate con venature rosse e bacche grigie o bianche. In Asia troviamo il Toxicodendron vernicifluum, cioè l’albero della lacca, con foglie grandi e raggruppate anche in numero maggiore.

Tutte queste specie contengono una sostanza chiamata urushiolo. Se la pelle viene a contatto con questa sostanza, magari attraverso parti danneggiate della pianta, ecco che causa una forte irritazione locale.

L’assorbimento cutaneo di questa sostanza è molto veloce, la reazione infiammatoria, con richiamo di citochine, è istantanea. Ecco che si sviluppa così una dermatite da contatto, particolarmente grave nelle persone allergiche all’edera velenosa.

I sintomi che si manifestano sono:

  • arrossamento della parte
  • prurito intenso
  • dolore
  • formazione di vesciche che possono secerne un liquido chiaro, trasparente
  • difficoltà respiratorie quando si inala il fumo prodotto dalla combustione della pianta
  • shock anafilattico nelle persone allergiche all’urushiolo

La dermatite da contatto inizia poche ore dopo aver toccato la pianta, ma talvolta compare anche dopo 5 giorni. La durata dell’eruzione cutanea varia dai 7 ai 14 giorni. In caso di sovrinfezione batterica, però, la guarigione sarà più lenta.

Se si tocca l’edera velenosa, ecco cosa sarebbe bene fare:

  • lavare la zona venuta a contatto con la pianta anche con sapone neutro. Non strofinate con forza perché altrimenti spargereste l’urushiolo ovunque sulla cute. E ovviamente non usate le mani nude (usate sempre i guanti) per risciacquare e sfregare la parte altrimenti l’urushiolo causerà infiammazione anche di queste
  • risciacquate con acqua fredda
  • pulite bene sotto le unghie
  • contattate il vostro medico e valutate l’uso di pomate antistaminiche
  • attenzione all’urushiolo che rimane su vestiti e oggetti

Se però sono presenti sintomi come:

  • febbre
  • difficoltà respiratorie
  • pus
  • infiammazione estesa oltre le vesciche

contattate subito il vostro medico o recatevi immediatamente in un Pronto Soccorso. E ricordatevi che le stesse lesioni possono interessare anche cani e gatti.

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