Come recuperare l’acqua piovana e usarla per irrigare l’orto
L’emergenza idrica nelle scorse estati ha costretto alcuni comuni a mettere dei limiti nell’utilizzo dell’acqua. Questa situazione unita alla crescente attenzione per quello che riguarda la sostenibilità, porta ognuno di noi ad interrogarsi sul come sia possibile prendersi cura dell’ambiente, guardando letteralmente al proprio orto. Mi spiego meglio. Chi ha un orto, sa bene che le piante per poter crescere rigogliose hanno bisogno di molta acqua. Ovviamente averne una riserva potrebbe essere veramente molto importante. Ecco che allora, vorremmo spiegarti come recuperare l’acqua piovana per irrigare le tue piantine.
Una pratica antica…
Non ci stiamo inventando nulla si nuovo. In effetti, quella di recuperare l’acqua piovana è una pratica veramente molto antica e che oggi sta tornando agli onori della cronaca. Il recupero dell’acqua si rivela quindi una pratica conveniente, in grado di unire sostenibilità e autosufficienza. Numerosi i vantaggi che si possono ottenere dall’utilizzo dell’acqua delle piogge per irrigare l’orto. Innanzitutto non si è più dipendenti dalle risorse idriche tradizionali, preservando le scorte per limitare i danni ambientali che ogni anno sembrano peggiorare.
Raccogliere l’acqua piovana non vuol dire solo rispettare l’ambiente, ma ridurre le spese per l’acquisto dell’acqua potabile, evitando di sfruttare la rete idrica. Un risparmio non indifferente in bolletta, che tutto sommato non è che sia una cosa da poco. Inoltre si riesce ad essere meno dipendenti dal precipitazioni, avendo a propria disposizione una riserva d’acqua non indifferente. Un’orto che si rivelerà essere autosufficiente! La raccolta delle acque piovane riduce l’impegno degli impianti idrici e questo di certo, non è un elemento di poco conto.
Le tecniche di raccolta
Ma come si raccoglie l’acqua piovana? In realtà sono diverse le tecniche che si possono utilizzare, occorre solo adeguarle a quelle che sono le proprie esigenze. Innanzitutto si possono utilizzare delle grondaie e delle canalizzazioni che convogliano l’acqua in una cisterna ovvero all’interno di un serbatoio. Ottimo metodo, ma un po’ costoso, è quello della pavimentazione permeabile, con l’acqua che va a ricaricare le falde acquifere sotterranee. Ottime le vasche di raccolta, ovvero la realizzazione di bacini e stagni per immagazzinare l’acqua. Serviranno solo dei serbatoi adatti alla conservazione dell’acqua potabile, dopo la raccolta.