Come conservare al meglio i fiori del tarassaco o “capperi del nord”
Ancora oggi si porta avanti un’usanza decisamente antica che consente di conservare per lungo tempo i boccioli dei fiori di tarassaco. Questo costume proviene principalmente dalle regioni dell’Italia settentrionale, dove è molto raro sentir parlare di “capperi in salamoia”. Al nord si usa infatti il tarassaco al posto del cappero, motivo per cui è indicato anche come “cappero del nord”.
Il tarassaco, più volgarmente chiamato “dente di leone”, è un fiore che in passato era molto famoso per via delle sue proprietà terapeutiche. Ancora oggi si può ritrovare all’interno delle erboristerie o, molto più semplicemente, in natura. Ha trovato largo impiego anche nel campo culinario, motivo per cui i nostri antenati hanno escogitato un modo per conservarlo in tutto il suo aroma. Questo metodo prevede la preparazione della salamoia, una soluzione acquosa con una concentrazione salina superiore a quella dell’acqua marina.
Per preservare al meglio i propri boccioli basta procurarsi qualche ingrediente: mezzo litro d’acqua, 12 g di sale marino e dei fiori di tarassaco freschi. I fiori prima di essere “lavorati” devono essere lavati con cura. Basterà in questo caso inserirli in una ciotola piena d’acqua e aceto e asciugarli successivamente con della carta assorbente. Le infiorescenze gialle vanno poi inserite in vasetti di vetro contenenti la soluzione d’acqua e sale.
I vasetti inizialmente non vanno chiusi con i coperchi, bensì con tovaglioli fissati da degli elastici. Questo dovrebbe andare a favorire la fermentazione, che in genere richiede un tempo di circa due settimane. Per far sì che il processo fermentativo si completi in modo corretto è importante assicurarsi che il livello della salamoia sia sempre superiore a quello dei boccioli.
Perché dovremmo conservare il dente di leone? Che tipo di benefici apporta questo fiore al nostro organismo? Il tarassaco ha proprietà depurative, digestive e soprattutto diuretiche. Si tratta per di più di un fiore molto versatile e che, se inserito all’interno dei piatti, conferisce loro un sapore leggermente amarognolo.