Come coltivare il rabarbaro? Trucchi e segreti che pochi conoscono
Visto che trovare il rabarbaro in vendita qui da noi in Italia non è proprio facilissimo e visto che, quando per errore lo trovi, costa parecchio, ecco che se volete cimentarvi nella crostata di rabarbaro l’unica soluzione è coltivare il rabarbaro da sé in terrazzo o nell’orto. Dunque, ecco da dove cominciare.
Coltivare il rabarbaro: iniziamo!
Il rabarbaro effettivamente non è molto usato qui da noi. Caramelle e liquori al rabarbaro sono preparati partendo dalle radici, ma in realtà potremmo usare in cucina anche le coste di questa pianta erbacea perenne con radice a fittone. Come? Beh, per preparare delle confetture o anche dei dolci. Negli Stati Uniti, per esempio, va tantissimo la crostata di rabarbaro.
La cosa bella è che non è per niente difficile da coltivare. Tuttavia dobbiamo ricordarci sin da subito che del rabarbaro si mangiano solo le coste e MAI le foglie, troppo ricche di acido ossalico e, dunque, tossiche. Le coste si raccolgono da aprile all’autunno, evitando l’estate.
I gambi del rabarbaro possono avere colori diversi, dal bianco al giallo, dal verde al rosso vivo. Noto con il nome scientifico di Rheum rhaponticum o Rheum rhabarbaroum, ecco che questa pianta ad aprile produce dei piccoli fiori bianchi che si trasformano poi nel frutto, delle piccole noci.
Buono da mangiare e bello da vedere, ecco qualche consiglio di giardinaggio:
- posizione: il rabarbaro non ama il caldo e quindi qui da noi può prosperare anche al nord. Nelle zone più calde d’Italia meglio posizionarlo in mezz’ombra e non in pieno sole. Resiste bene al freddo dell’inverno (d’inverno perde foglie e le coste si seccano, ma le radici sono vitali e in primavera rispuntano i germogli)
- terreno: ama i terreni ricchi di azoto e sostanza organica, ma è abbastanza adattabile. Prima della semina è meglio concimare con letame o compost. Il terriccio deve essere ben drenante in quanto non vuole i ristagni idrici (potete aggiungere anche della sabbia a tale scopo). Prima del trapianto ricordatevi di vangare per bene la terra in modo che le radici possono svilupparsi
- in vaso: necessita di vasi molto, molto grandi perché ha una grossa radice a fittone. Inoltre i vasi devono essere provvisti di fori di drenaggio. Se aggiungete sul fondo dell’argilla espansa, ancora meglio. Come concime in questo caso meglio usarne uno liquido, come il macerato di ortica
- riproduzione: si riproduce tramite semina o per divisione del rizoma. La semina avviene in vaso a inizio marzo, mentre il trapianto è fatto a metà aprile o maggio, in campo. Dopo la semina o il trapianto innaffiate regolarmente. Se procedete per divisione dei rizomi, fatelo a inizio primavera o prima dell’inverno. Fra una pianta e l’altra lasciate almeno un metro, mentre fra le fila almeno due metri
- irrigazione: vuole un terreno sempre umido da giovane, ma senza ristagni idrici. Le piante adulte sono da innaffiare solamente in periodi di siccità
- concimazione: da concimare almeno una volta all’anno, meglio se a fine autunno. Da usare compost, humus, letame o stallatico pellettato
- malattie: attenzione al marciume radicale, alle chiocciole e alle limacce