Clorosi ferrica, la carenza di ferro che colpisce le piante: come individuarla e risolverla
Quando le nostre piante si indeboliscono e iniziano a subire uno scolorimento delle foglie, l’assenza di fiori o frutti piccoli e rovinati, generalmente ci troviamo di fronte a dei sintomi di carenze nutrizionali. Non tutti sanno però che non sempre un buon fertilizzante è sufficiente: talvolta infatti, non si tratta di assenza o quantità insufficiente di nutrienti ma di problemi nell’assorbimento di tali nutrienti. Una delle carenze che si verificano più frequentemente è senza dubbio la clorosi ferrica, ovvero la carenza di ferro. Essa colpisce sia piante ornamentali che da frutto e da orto. Per esempio, alcune delle specie più soggette sono le rose, le azalee, gli agrumi, i gerani, le ortensie, ma anche fragole, pomodori, lattuga, melone, fagioli, pesco, albicocco, fico, kiwi e vite.
Cause della carenza di ferro e come riconoscerla
A volte può accadere che il terreno sia già povero di ferro, ma nella maggior parte dei casi il ferro è presente ma indisponibile, ovvero non facilmente assorbibile dalla pianta. Questa condizione può verificarsi nel caso in cui siano presenti sali (nitrati e bicarbonati) nel terreno in quantità elevata. Le cause possono essere fertilizzazioni non corrette ed eccessivamente abbondanti, o pH del terreno troppo basico a seguito di irrigazioni frequenti con acqua calcarea. L’elevata presenza di fosforo inoltre, porta alla formazione di fosfati di ferro, bloccando la disponibilità del ferro. Importante anche il rapporto ferro/manganese; nel caso in cui ci sia uno squilibrio, può verificarsi clorosi ferrica.
Il primo sintomo di clorosi ferrica è la decolorazione del fogliame. La nervatura centrale solitamente rimane verde, ma le zone internervali perdono la pigmentazione. Questo è dovuto al fatto che la produzione di clorofilla, responsabile del colorito verde intenso, dipende dalla presenza di ferro. Le foglie più giovani sono le prime a mostrare i sintomi di carenza di ferro.
Come risolvere la clorosi ferrica
Come primo step per rimediare alla carenza di ferro, si può agire nell’immediato somministrando un integratore a base di chelato di ferro per via fogliare. Come soluzione a lungo termine e preventiva per il futuro per evitare il ripetersi del fenomeno, si procede equilibrando il pH del terreno. Per renderlo più acido si può ricorrere a stallatico, lupino macinato o terriccio per piante acidofile. In aggiunta, si può somministrare un concime specifico in base alla pianta e alle sue esigenze, sempre rispettando i giusti livelli di acidità. La sostanza organica limita il rischio di clorosi perché favorisce l’assorbimento del ferro sottoforma di chelati. Un concime a base di solfato ferroso è utile soprattutto in caso di colture in corso o carenze conclamate su piante perenni.