Clematide vitalba: caratteristiche, usi e curiosità su questa pianta affascinante

La clematide vitalba (Clematis vitalba), chiamata anche semplicemente vitalba o viorna, è una specie rampicante arbustiva, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. Il nome significa “vite bianca”, in inglese è chiamata traveller’s joy, ovvero “gioia del viaggiatore”. Normalmente si arrampica sulle siepi e sugli alberi alti anche oltre i 20 m, ma riesce a farlo anche sui muri. È originaria dell’areale euroasiatico e presente a partire dall’Europa occidentale, attraversando il Caucaso fino all’Iran e all’Afghanistan. Si trova anche in Nord Africa (Marocco, Algeria) ed è stata poi diffusa anche in Australia, Nuova Zelanda e Nord America. In Italia è presente su tutto il territorio fino a circa 1.300 metri d’altitudine, all’interno di boschi di latifoglie o misti, o nei terreni incolti. Si incontra anche ai margini boschivi, lungo gli argini dei fiumi o i cespuglieti, persino sui rilevati ferroviari o stradali e sui muri dei vecchi edifici abbandonati.

Clematis vitalba

Caratteristiche generali

È dotata di peduncoli fogliari attorcigliati attraverso cui si arrampica. Il fusto è ramificato e i fiori sono ermafroditi e raccolti in infiorescenze a cima bipara, con un profumo simile al biancospino. Sbocciano tra maggio e agosto. Il frutto è costituito da acheni aggregati, con una lunga estremità piumosa color bianco-argenteo, che serve a favorire la dispersione attraverso il vento. È considerata infestante, riesce a creare dei veri e propri grovigli che soffocano la vegetazione, soprattutto se in associazione ai rovi. Si tratta di una pianta dall’elevata tossicità per la presenza al suo interno di sostanze come alcaloidi, protoanemonina e saponine. Per uso interno può provocare problemi gastrointestinali anche gravi, per uso esterno ulcerazioni e infiammazioni. Tuttavia, i principi tossici vengono dissipati dal calore o dall’essiccazione.

Clematide vitalba frutto

Usi tradizionali

In passato la parte legnosa veniva tagliata e utilizzata come sostitutivo della sigaretta, economico e facilmente reperibile. Essendo molto flessibile, viene impiegata per la produzione di cesti, spesso al posto del salice. Si trova come rimedio nei fiori di Bach, indicata per chi sogna ad occhi aperti e tende a fuggire dalla realtà, e all’interno di preparazioni cosmetiche. Da essa si ricava inoltre un rimedio naturale utile nel trattamento dei reumatismi e delle eruzioni cutanee. Le foglie hanno proprietà analgesiche e diuretiche, le radici e gli steli bolliti sono usati come soluzione contro il prurito. Il succo della pianta applicato sulle narici, allevia l’emicrania ma può irritare le mucose. I giovani germogli sono commestibili e consumabili da cotti, solitamente all’interno di frittate. È una pianta da utilizzare con cautela proprio per la sua tossicità.

Clematis vitalba

Curiosità sulla clematide vitalba

La pianta era nota in passato come “erba dei cenciosi“, in quanto i mendicanti erano soliti servirsi delle sue foglie per procurarsi ulcere e rendere ancora più pietoso il loro aspetto, sperando così di impietosire e ottenere più facilmente la carità dai passanti.

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