Christia obcordata: tutto ciò che devi sapere per coltivare la Pianta Farfalla
La Christia obcordata, conosciuta come pianta farfalla o pianta delle farfalle, è una pianta ornamentale da appartamento non molto conosciuta. Appartiene alla famiglia delle Fabaceae, come ad esempio soia e fagiolo. È originaria dell’Asia sudorientale. Presenta delle caratteristiche piuttosto singolari: il fogliame ha una forma triangolare e striature bordeaux, risultando estremamente simili alle farfalle. Questo spiega il motivo del suo nome comune.
Consigli per coltivare la Christia obcordata
Questa pianta ha bisogno di 6-8 ore di luce solare diretta al giorno. Se la coltivate all’interno, posizionatela vicino a una finestra, magari esposta a sud. Durante le estate è meglio non esporla al sole diretto nelle ore più calde, soprattutto se la temperatura supera i 35° C. In questo caso i raggi del sole sono molto intensi e potrebbero bruciare le foglie. Per evitare che ciò avvenga, spostate la pianta in un luogo più ombreggiato per qualche ora o utilizzate delle tende per filtrare la luce. La luminosità deve essere comunque elevata per permettere alla pianta di crescere sana e forte. Se le foglie ingialliscono, è possibile che sia a causa della scarsa luminosità.
La temperatura ottimale è tra i 25° e i 32° C. Temperature troppo elevate, sopra i 35° C, o troppo basse, sotto i 10° C, possono affaticare o danneggiare la pianta. Non tollera bene le gelate, soprattutto se ripetute. Tuttavia, non ha bisogno che le temperature varino tra la fase di crescita e la fase di riposo vegetativo, è sufficiente che rimangano all’interno dell’intervallo ottimale.
La pianta farfalla va innaffiata quando i primi 2-3 cm di terreno risultano asciutti. Durante la primavera e l’inizio dell’autunno, solitamente è sufficiente innaffiare una volta a settimana. In estate invece, la frequenza consigliata è di due o più volte a settimana, a seconda delle esigenze. La pianta mostra comunque una elevata resistenza alla siccità.
La concimazione è consigliata in primavera e in autunno. Se si usa un concime granulare a lento rilascio, bisogna cospargerlo sul terreno e annaffiare subito dopo. Se invece si opta per un fertilizzante liquido, è necessario diluirlo con l’acqua delle innaffiature. L’uso eccessivo di fertilizzanti azotati potrebbe attirare i tisanotteri, un particolare tipo di parassiti che succhiano la linfa e attaccano le parti tenere della pianta. Vengono attratti anche se la pianta è indebolita, ad esempio in caso di irrigazione insufficiente. Possono essere debellati con l’utilizzo di piretrina, un insetticida di origine vegetale estratto dai fiori di alcune composite.