C’è chi la chiama Artemisia absinthium e chi più semplicemente assenzio: tutto quello che c’è da sapere su quest’erba da cui si ricava il noto distillato
L’assenzio è un noto distillato ad alta gradazione alcolica e dal sapore amaro. Non tutti conoscono però la pianta da cui quest’ultimo si ricava: stiamo parlando dell’Artemisia absinthium, anche nota come “artemisia romana”.
Non sono molto chiare le origini di questo esemplare. C’è chi ritiene che sia nato in Europa centro-meridionale e chi sostiene fermamente che provenga invece dal mondo orientale. L’Artemisia absinthium non a caso era conosciuta già dai Greci, dai Romani e dagli antichi Egizi. Oggi si coltiva quasi in tutto il mondo ed è conosciuta principalmente grazie all’assenzio, il distillato a cui dà vita. La scelta dell’appellativo “Artemisia” probabilmente è dovuta ad Artemide, la dea della caccia. La parola “absinthium” deriva invece dal latino e fa riferimento inequivocabilmente all’assenzio.
L’Artemisia absinthium è una pianta di origini selvatiche che può raggiungere un’altezza di massimo 1,5 m. Le sue piccole foglie sono a metà tra il verde e grigiastro ed emanano un odore pungente. I fiori che nascono da questa pianta sono bianchi o gialli ed escono allo scoperto nei giorni compresi tra luglio e settembre. Questa varietà predilige terreni ricchi, ben drenati e che registrano valori di pH attorno al 7. Tuttavia grazie alla sua adattabilità la pianta dell’assenzio cresce anche nel terriccio leggermente acido o alcalino.
Passiamo a questo punto alla preparazione dell’assenzio. Occorre innanzitutto munirsi di un kit specifico, composto da un bicchiere e un cucchiaino traforato, un bilanciere e un gocciolatore. Quest’ultimo strumento– il cui utilizzo non è necessario ma fortemente consigliato- serve a versare l’acqua con precisione goccia dopo goccia. Per quanto riguarda gli ingredienti basterà avere a disposizione della poltiglia d’assenzio, acqua ghiacciata e zollette di succhero. Come prima cosa occorre versare il distillato all’interno del bicchiere fino a riempire l’ampolla alla base. Successivamente si dispone il cucchiaino sul bicchiere con sopra una o più zollette di zucchero. Arriviamo quindi all’ultimo passaggio: si diluisce il distillato grazie all’utilizzo del gocciolatore. Quello che si ottiene alla fine è un alcolico dall’aspetto opalescente.
C’è da sottolineare che questo alcolico ha una gradazione di ben 68° e va bevuto con attenzione e senza farne abuso. Questo non vuol dire che ciò che si ricava dall’Artemisia absinthium sia nocivo per la salute. Le sue foglie vengono spesso utilizzate dalle industrie farmaceutiche per la realizzazione di medicinali deputati alla cura dei disturbi intestinali.