Camelia: miti e leggende sul fiore che simboleggia la bellezza perfetta

Un fiore autunnale dall’aspetto romantico: oggi parliamo della camelia. Si tratta di un fiore che appartiene alla famiglia delle Theaceae ed è un arbusto ornamentale originario della Cina e dal Giappone. Pianta facilmente adattabile (la troviamo anche qui da noi), ama le zone ombrose. Numerose le specie coltivata, fra cui la Camela japonica con fiori bianchi, rosa o rossi. Così come numerosi sono i miti e le leggende che circondano questo fiore magico.

Camelia: tutte le leggende e i miti

camelia fiore

A rendere celebre la camelia in Europa fu Alexandre Dumas grazie al suo romanzo La signora delle Camelie (il fiore era arrivato dall’Oriente a Londra a fine Seicento, mentre in Italia arrivò solo nel 1760). La protagonista, Marguerite Gautier, si ispirava a Marie Duplessis, cortigiana realmente esistita che era solita portare una camelia bianca o una rossa a seconda di quanti fosse disponibile, da qui il soprannome.

La camelia venne scelta proprio a causa di alcune leggende giapponesi che consideravano la camelia come il simbolo della vita che viene stroncata, in quanto quando appassisce cade intera a terra, non perde i petali uno per volta.

Sempre in Giappone la camelia è la protagonista di un’altra leggenda. Susanowo, il dio del vento, delle piogge e degli uragani, viveva in un regno governato da un perfido serpente a otto teste. Ogni anno questo serpente voleva in sacrificio la fanciulla più bella del regno. Un giorno Susonowo decise di porre fine a quella situazione e andò nel regno dell’Oltretomba per forgiare una spada nella quale mise un raggio di sole.

camelia

Tornato in superficie, si appostò vicino alla grotta del serpente. Qui si stava dirigendo anche il corteo che scortava la principessa “Campo di riso”, l’offerta sacrificale di quell’anno. Quando il serpente apparvè, il corteo si dileguò per la paura, mentre Susanowo ingaggiò con lui un combattimento che durò ore. Alla fine ovviamente vinse il dio che chiese in sposa la principessa. Appoggiando la spada ormai insanguinata, dalle macchie nacque una pianta con foglie lucide e fiori bianchi con macchiette rosse.

Questi fiori presero il nome di Tsubaki o rose del Giappone, diventando il simbolo del sacrificio di una vita giovane.

Esiste però anche un’altra leggenda orientale. Un giorno Bodhidharma, 28esimo patriarca del Buddhismo e fondatore della scuola di Ch’An (Ta-Mo il suo nome originale) finì con l’addormentarsi durante una sessione di meditazione. Per punirsi, si recise le palpebre in modo che non potesse più succedere. Un metodo un po’ drastico, ma ecco che gettando le palpebre a terra, qui nacque la pianta della camelia da tè che aiuta a rimanere svegli.

camelia rossa

Le camelie sono citate, però, anche nella mitologia romana. Un giorno Venere stava amoreggiando con Marte quando venne sgridata dal figlio Cupido, infastidito dal fatto che quell’amore non fosse stato causato dalle sue frecce. Venere però non gradì quelle critiche ed ecco che ordinò alle Grazie di frustare il dio dell’amore.

Tuttavia le Grazie si rifiutarono di frustare Cupido con le rose, perché gli avrebbero fatto del male con le spine. Dunque scelsero la camelia che è altrettanto bella, ma non ha le spine.

Ma nel linguaggio dei fiori cosa vuol dire la camelia? Beh, indica ammirazione, stima e una bellezza perfetta che non viene però ostentata. Tuttavia il significato cambia a seconda del colore:

  • bianco: ammirazione, stima e gratitudine
  • rosa: la persona che la regala vorrebbe avere più vicina la persona a cui la regala
  • rossa: speranza e amore

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