Biancospino, tutto quello che volevate sapere su questa pianta dalle innumerevoli proprietà

Avete deciso di ricavare nel vostro giardino un angolo dedicato alle piante officinali? Beh, se avete abbastanza spazio, trovate un posticino anche per il biancospino. Il Crataegus monogyna, infatti, è una pianta non solo bella da vedersi con quei fiorellini bianchi e quelle bacche rosse, ma anche dalle innumerevoli proprietà benefiche. Occhio però che in alcune regioni italiane la commercializzazione e la messa a dimora sono vietate. Questo perché può veicolare la diffusione del batterio Erwinia amylovora che causa una malattia dei frutteti nota come “colpo di fuoco batterico”.

Tutto quello che c’è da sapere sul biancospino

biancospino

Il biancospino si presenta sotto forma di un arbusto o di un piccolo albero ramificato, spinoso e contorto. Non a caso, infatti, fa parte della famiglia delle Rosacee. Diffuso in tutta Europa, Nord Africa e Asia occidentale, lo troviamo soprattutto nella boscaglia e fra i cespugli.

Il biancospino è una pianta caducifoglia e latifoglia. Le forme arbustive solitamente raggiungono un’altezza di 50 centimetri o più, mentre gli alberelli veri e propri arrivano anche a 6 metri.

Con una netta predilezione per i terreni calcarei, il fusto presenta una corteccia grigia. I rami giovani sono corredati di spine: sono proprio questi rami con le spine a riempirsi in primavera di gemme e fiori.

Dalla crescita lenta, tecnicamente la pianta può diventare anche pluricentenaria. I fiori hanno petali di colore bianco-rosato, mentre i frutti sono ovalari e di colore rosso quando maturi. Il frutto contiene un nocciolo che ospita il seme. La fioritura avviene fra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra settembre e ottobre.

Questi frutti sono commestibili, ma non è facile mangiarli freschi in quanto sono molto piccoli e il nocciolo è molto grande. Li si utilizza meglio per preparare marmellate, gelatine o anche sciroppi. O potete decidere di lasciarli sulla pianta: sono molto decorativi e persistono per tutto l’inverno.

Pianta amata dalle api, anche se difficile ottenerne un miele monoflorale perché le piante sono sparse qua e là, il suo legno è usato come combustibile.

Ma dal punto di vista dell’uso officinale della pianta, ecco che le sue proprietà sedative e spasmodiche sono note sin dall’antichità. Ricco di flavonoidi, composti triterpenici (fra cui figura l’acido ursolico), ammine, steroli e tannino, ecco che tende ad avere le seguenti proprietà:

  • dilata le coronarie
  • vasodilata i vasi sanguigni addominali
  • azione inotropa positiva (migliora la contrattilità del cuore)
  • riduzione della frequenza cardiaca
  • antispasmodico
  • sedativo

Alla luce di tutti questi fatti, ecco che è usato in caso di tachicardie, anche da stress, nell’ipertensione arteriosa, come ansiolitico e anche come rimedio contro l’insonnia.

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