Barriere blu: così una start-up raccogliere la plastica dai fiumi
La plastica nei fiumi è un problema ambientale crescente in tutto il mondo. Una start-up innovativa sta utilizzando le “blue barriers”, o barriere blu, per raccogliere plastica dai fiumi prima che raggiungano l’Oceano.
La barriera è costituita da una struttura fluttuante che viene posizionata lungo il corso d’acqua. La barriera è progettata per attirare la plastica che galleggia, verso di essa, intrappolandola all’interno della struttura. Questo materiale viene quindi raccolto e trasportato via per essere riciclata e smaltito in modo appropriato.
Una delle grandi sfide nella raccolta di questo materiale nei fiumi è che la plastica galleggia e si muove con la corrente rendendo difficile prevedere dovi si trovi e catturarla. Le barriere blu utilizzano la scienza della fluidodinamica per attirare la plastica, utilizzando la forma e la posizione della struttura per creare correnti che guidino la plastica verso l’interno della barriera.
La start-up sta testando le sue barriere in diversi fiumi in tutto il mondo, tra cui il fiume Gange in India, il fiume Mekong in Vietnam il fiume Amazonas in Basile, e nel 2019 le prime in Italia sono apparse nel Tevere e nell’Aniene. I risultati sono stati promettenti, in meno di 2 anni sono state raccolte 9 tonnellate di rifiuti.
Riciclo della plastica: la gassificazione della biomassa
La raccolta della plastica dai fiumi è importante perché la plastica che finisce nei fiume raggiunge poi l’Oceano, causando danni ambientali su scala globale. Questo materiale può soffocare e uccidere la vita marina, e può essere ingerita da animali terrestri e uccelli, causando loro danni alla salute.
La raccolta della plastica nei fiumi, inoltre, può aiutare a creare posti di lavoro e a sostenere l’economia locale, poiché questo materiale può essere riciclato e venduto per essere utilizzato come materia prima per nuovi prodotti.
Per riciclare le plastiche è stata scelta la tecnologia di riciclo chiamata pirolisi. Questa tecnica consiste nella produzione di energia elettrica attraverso il riscaldamento del materiale vegetale, senza che questo venga bruciato. In questo modo si genera un gas che viene utilizzato come combustibile per produrre energia elettrica. Le emissioni in atmosfera vengono estremamente ridotte rispetto ad una normale combustione.