Ashitaba: proprietà e controindicazioni di questa pianta della tradizione giapponese

L’ashitaba (Angelica keiskei) è un’erba appartenente alla famiglia delle Apiaceae che vive principalmente nella zona centrale del Giappone. Il nome significa “foglia del domani“. Si tratta di una pianta perenne che raggiunge altezze comprese tra i 50 e i 120 centimetri. In Giappone viene spesso piantata all’interno di giardini, vasi e cortili per la sua velocità di crescita e facilità di coltivazione, ma soprattutto per le sue proprietà.

Ashitaba

La cosa curiosa è che quando si strappa una fogliolina nella mattinata, nasce poi un nuovo germoglio durante la notte, visibile già il giorno successivo. L’ashitaba ha una elevata capacità rigenerativa dopo aver subito un danno.

Proprietà benefiche dell’ashitaba

Ashitaba

Sebbene ad oggi non vi siano sufficienti evidenze scientifiche a supporto dell’efficacia di questa pianta, è tradizionalmente considerata come una pianta che allunga la vita. In passato fu utilizzata persino nel trattamento del vaiolo, in quanto accelera la guarigione delle lesioni e previene le infezioni. Sembrerebbe avere sostanze antiossidanti, utili per il rinnovamento cellulare e per ostacolare l’avanzamento delle malattie degenerative. Combatte l’acidità e il bruciore di stomaco e cura le ulcere. Allevia la stitichezza, la gotta e la febbre da fieno. È utile per mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo e della pressione sanguigna. Ha inoltre leggere proprietà diuretiche.

Trova impiego anche come mangime per il bestiame, in quanto si ritiene possa migliorare la qualità del latte e mantenere in salute gli animali. Fa parte della cucina tradizionale, dove vengono utilizzati fittoni, gambi e foglie.

Possibili controindicazioni

Ashitaba

Un consumo di 1000 mg al giorno per un breve periodo è considerato sicuro. Per periodi superiori a 3 mesi non ci sono dati disponibili sui possibili effetti collaterali, come anche per le donne in gravidanza e allattamento. Si consiglia di evitarne il consumo se si assumono farmaci modificati dal fegato, in quanto potrebbe ridurre la velocità con cui il fegato li scompone.

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