Anacamptis papilionacea: come prendersi cura dell’orchidea farfalla
Le orchidee non sono mica solo piante da appartamento. Ne esistono parecchie varietà che crescono anche spontanee. Per esempio, è il caso della bellissima e particolare Anacamptis papilionacea, meglio nota anche come orchidea farfalla. Se volete prendervene cura, però, ci sono alcune regole da rispettare.
Tutto quello che volevate sapere sull’Anacamptis papilionacea

L’Anacamptis papilionacea è una pianta erbacea facente parte della famiglia delle Orchidacee. Alta al massimo 40 cm, la si trova in tutta l’area mediterranea. Non è difficile da coltivare anche qui in Italia: la trovate praticamente dappertutto, tranne che in Trentino e in Friuli. Solitamente cresce nelle praterie o nella macchia, fino anche a 5.400 metri di altitudine.
Ama i terreni asciutti, calcarei e leggermente acidi. Impollinata tramite gli insetti, presenta un fusto cilindrico verde, dotato di macchie rossastre in cima. Le foglie basali sono lanceolate, di colore verde e crescono alla base, riunite a rosetta. Ha anche foglie cauline, più piccole, che crescono diminuendo di volume mentre si va verso l’alto. E anche queste hanno sfumature rossicce. Pure le brattee sono di colore rosa con venature sul marroncino.
I fiori sono, però, la vera particolarità di questa pianta. Le infiorescenze sono ricche e allungate, di colore che va dal rosa al viola e con petali allungati. Il labello, invece, è rosa, chiaro alla base e al centro. La fioritura avviene da febbraio a metà giugno. Per via del suo aspetto, ricorda proprio una farfalla che spicca il volo.
Ne esistono diverse varietà e ibridi (con altre orchidee del genere Serapias), come la grandiflora, con labello chiaro e largo o il labellum.
Per quanto riguarda la sua coltivazione, in teoria potreste provare a coltivarla anche in giardino o su balconi e terrazze. Tuttavia, rispetto ad altre orchidee, richiede un’esposizione in piena luce solare. Questo anche se potrebbe crescere in mezz’ombra, solo che fiorirà di meno. L’unica cosa è cercare di proteggerla, soprattutto quando fa molto caldo, dalla luce solare diretta di mezzogiorno, troppo intensa.
Come temperature, ricordatevi che ama i climi caldi e umidi. Quindi cresce e prospera fra i 18 e i 28°C, resistendo a temperature notturne di 15-18°C. Quindi se da voi fa troppo freddo, considerate la coltivazione in casa o in serra. Necessita anche di un 60-70% di umidità, pur resistendo bene alla siccità. Ma non tollera assolutamente i ristagni idrici.
Come terreno è necessario fornirle o un terreno specifico o un mix che si avvicini il più possibile a quello del suo habitat di origine. Il che vuol dire creare un mix con perlite, muschio d’acqua, gusci di cocco, pietre vulcaniche e trucioli di legno. Ha bisogno anche di un terreno leggermente acido, con pH compreso fra 6 e 7,5.
Per quanto riguarda l’irrigazione, conviene innaffiarla almeno una volta a settimana. All’esterno solitamente basta la pioggia. Cercate solo di non creare ristagni idrici che causano marciume radicale.
Dovrete anche concimarla durante la stagione di crescita, con fertilizzanti bilanciati per orchidee applicati una volta al mese. Da sospendere durante la fase di quiescenza.

Ricordatevi anche di potarla a inizio e fine primavera, eliminando foglie morte e steli secchi. Sfoltite anche le parti troppo dense della pianta in modo che l’aria circoli meglio. La propagazione avviene solitamente tramite semina. Per quanto riguarda il trapianto, si fa a inizio o metà primavera.
Se la coltivate in vaso, avrete la fortuna che non necessita di vasi enormi perché non sviluppa radici troppo voluminose. Anzi: se il vaso è troppo grande si accumula troppa acqua e umidità che danneggiano le radici. Posizionate nel vaso dei bastoni verticali di sostegno in modo da reggere gli steli fioriti. Se fa molto caldo, proteggete le radici con del muschio di torba.
Come malattie, fate attenzione al disseccamento del fusto, all’ingiallimento delle foglie, all’appassimento delle foglie, all’appassimento dei fiori, alla macchia bianca, al marciume radicale, al marciume dei fiori, alla maculatura fogliare, all’arricciamento delle foglie, alle radici rugose e deformate, alla malattia delle radici aeree e al marciume delle foglie.