Amaranto: tutto quello che avreste voluto sapere su questa pianta: ecco perché dovreste averla nel giardino
L’amaranto è una pianta spontanea della famiglia delle Amaranthaceae. Il suo nome deriva dal greco e richiama una caratteristica della pianta che riguarda la sua capacità di non appassire. Le sue infiorescenze infatti, rimangono intatte anche dopo l’essiccazione. Il suo utilizzo in cucina può spaziare dalla farina con i semi al consumo delle foglie e del fusto. Oggi andremo ad elencare le sue caratteristiche e proprietà benefiche.
La pianta è di origine sudamericana e fu introdotta per errore in Europa nei primi viaggi dal Nuovo Mondo. Utilizzata fin dall’antichità come medicinale, trova oggi un grande riscontro globale. Tutte le parti della pianta infatti sono commestibili: foglie, semi e radici sono da sempre utilizzate in cucina. I suoi fiori appaiono in infiorescenze a forma di spiga sui rami laterali e in una grossa pannocchia terminale all’apice del fusto. Ogni spiga produce dei semi che rimangono vitali nel terreno per molti anni. I semi dell’amaranto sono di colore marrone scuro o rossastro ed una singola pianta può produrne fino ad 1 milione.
La pianta, grazie alla presenza di vitamina A, C, sali minerali, calcio e ferro, ha proprietà astringenti e rivitalizzanti. Per questo motivo veniva utilizzata in passato in caso di emorragie intestinali o flusso mestruale abbondante. Le sue foglie hanno un sapore simile a quello degli spinaci e il fusto giovane è edibile ed utilizzato come gli asparagi. Dai semi essiccati invece si ricava la farina di amaranto. Questa farina è ideale per chi è affetto da celiachia o desidera eliminare il glutine.
La riproduzione di questa pianta avviene solo per seme e, sebbene cresca spontanea, potrebbe essere un’ottima idea per chi soffre di celiachia. Ricavare infatti della farina priva di agenti chimici e di glutine potrebbe semplificare la vita delle persone intolleranti. Sebbene sia edibile in ogni sua parte dovremo bollire le sue foglie prima di consumarle, un po’ come accade anche con gli spinaci. Non vi resta quindi che provare.