Albero del sangue di drago: tutto ciò che non sapevi su questo albero dalla resina rossa
L’albero del sangue di drago (Dracaena cinnabari) è una specie endemica dell’isola di Socotra, in Yemen. Sull’altopiano del Dixsam diversi esemplari formano una vera e propria foresta unica al mondo. L’isola di Socotra, circondata dall’Oceano Indiano e il Mar Arabico, è stata una zona militare protetta fino al 1990 (anno di riunificazione dello Yemen), in cui a nessuno era permesso accedere o uscire. Questo isolamento obbligato ha probabilmente favorito lo sviluppo della biodiversità. L’albero del sangue di drago è una specie “a ombrello”, favorisce cioè la crescita di tante altre specie animali e vegetali nel sottobosco.
Albero del sangue di drago: conosciamolo meglio
Si tratta di un albero è caratterizzato da un tronco grosso di colore chiaro, quasi biancastro. La peculiarità è che non ha i tipici anelli al suo interno, quindi è impossibile dedurne l’età con precisione. Si pensa però che la maggior parte degli esemplari abbia intorno ai 100 anni. I rami di questa specie hanno la caratteristica forma ondulata e sembrano intrecciarsi tra loro quasi a creare un labirinto. Con le foglie formano una chioma ampia, che offre ombra alle piantine sottostanti e riduce l’evaporazione. Questo albero non assorbe acqua solo dalle radici trasferendola alla chioma, ma anche dall’atmosfera direttamente attraverso la chioma.
La resina è di colore rosso, come il sangue appunto, e fuoriesce quando il tronco viene tagliato. Una leggenda narra che questi alberi nacquero quando il sangue di un drago venne versato sul terreno dopo la battaglia con un elefante.
In lingua locale la resina si chiama “emozoloh” e gli abitanti dell’isola la estraggono dagli esemplari di 5-6 anni, preferibilmente durante il periodo delle piogge perché è più abbondante. La utilizzano come tintura per tessuti, mobili, opere d’arte, ma anche come rimedio naturale. Sembra infatti avere proprietà curative contro la diarrea, le ulcere, le emorragie e i reumatismi. È considerata anche una sostanza abortiva. Disciolta in acqua, risulta essere un ottimo dentifricio. Sull’isola viene usata persino all’interno di riti magici e alchemici tradizionali. In passato veniva macinata fino a creare una polvere e poi venduta ai mercanti greci, indiani e arabi.
La sopravvivenza di questo albero è minacciata dalla crisi climatica e dalla sempre più intensa siccità. Anche l’allevamento del bestiame mette a rischio questa specie: le capre allevate, infatti, brucano gran parte delle piantine giovani.