Tutto quello che devi sapere sulle bacche di goji, alleate preziose della nostra salute
Le bacche di goji sono dei piccoli frutti dal color rosso-arancione vivace conosciuti sin dai tempi antichi. In passato erano una componente fondamentale della medicina asiatica, in quanto ricchi di proprietà benefiche. Oggi invece, sempre grazie ai loro valori nutrizionali, sono entrati a far parte del mondo degli integratori alimentari.
Quando si parla delle piante che producono bacche di goji si fa spesso confusione tra due varietà dall’aspetto molto simile: il Lycium barbarum ed il Lycium chinense. Il primo arbusto si coltiva per di più nell’area settentrionale della Cina e dà alla luce bacche più grandi e dal sapore più dolce. La seconda tipologia è al contrario diffusa nel sud della Cina e produce frutti più amari. Generalmente quando si fa riferimento alle bacche di goji si parla di quelle generate dal Lycium barbarum.
Come è già stato accennato il Lycium barbarum è nato in Oriente e i suoi frutti hanno iniziato a farsi largo in Europa solo a partire dal XX secolo. Quando l’Occidente è entrato in contatto con questo tipo di pianta ha iniziato ad analizzarla a fondo per testarne l’effettiva efficacia sulla salute. Ancora oggi le bacche di goji sono oggetto di studio e restano per certi aspetti ancora dei frutti misteriosi. In generale si dice che consumarle abitalmente faccia bene al nostro organismo. Contengono infatti sostanze antiossidanti, sono immunostimolanti, antiallergici, protettivi della motilità oculare e riequilibranti il pH sanguigno.
In generale non sembrano esserci delle controindicazioni per quanto riguarda il consumo di bacche di goji, fatta eccezione per chi è in stato di gravidanza o di allattamento. Questo è dovuto alle alte concentrazioni di sostanze che potrebbero risultare dannose sia per la mamma che per il bambino: la betaina e il selenio. La prima va ad interferire con la sintesi del DNA, l’altro è un antiossidante che se introdotto oltre certe concentrazioni può diventare altamente tossico.